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Epifani cerca la crisi di governo

Epifani attacca a testa bassa: "Niente sconti a Berlusconi". Il Pdl: "Cerca la crisi di governo". D'Alema: "A settembre serve una verifica". Letta ha i giorni contati?

Epifani cerca la crisi di governo

A furia di dar spallate, andrà a finire che sarà Guglielmo Epifani a far cadere l'amico Enrico Letta. Da quando la Cassazione ha letto la sentenza del processo Mediaset condannando a quattro anni di reclusione Silvio Berlusconi, il segretario del Pd non ha perso un'occasione per tacere. Se da una parte ha dato una frenata al congresso per evitare che si consumi la resa dei conti tra le anime democrat, dall'altra ha iniziato a marcare stretto il Cavaliere innervosendo non poco i vertici del Pdl. Così, all'indomani dei festeggiamenti per i primi cento giorni di governo, il premier si è dovuto leggere un'intervista di fuoco rilasciata da Epifani. "Per Berlusconi non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce - spiega l'ex Cgil al Corriere della Sera - non ci sono strade".

"Non ci sono alternative a questo governo", aveva spiegato ieri pomeriggio Letta. In via del Nazareno, però, non devono avergli creduto granché. Eppure, giusto lunedì scorso, il presidente del Consiglio si è visto con Epifani per concordare la linea da tenere. Da lì, però, i due hanno tenuto due linee completamente diverse. Mentre il mantra di Letta continua ad essere la stabilitò politica, il segretario piddì si è messo ad attaccare a testa bassa gli "alleati" del Pdl condannando i toni "oltre il segno" e "oltre il dovuto" del Pdl nel dopo sentenza. Durante l'incontro, fanno sapere fonti vicine a Palazzo Chgi, l'ex leader della Cgil avrebbe consigliato al premier di "non farsi logorare". Suggerimento che il premier ha immediatamente fatto suo, forte, assicura lui, di una "condivisione totale" con Epifani e della convinzione che il Partito democratico manterrà l’impegno di sostenere il governo. Ma è davvero così? Basta mettere in fila le ultime dichiarazioni del segretario piddì per capire che la tenuta della maggioranza è in serio pericolo. Da ultima, l'intervista rilasciata al Corriere della Sera svela l'intento dell'ex Cgil di far saltare il tavolo. La strategia è quella della tensione logorando i rapporti con il Pdl attraverso dichirazioni di fuoco. Così, mentre il Pdl sta trattando con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per trovare il modo di garantire l'agibilità politica al Cavaliere, il leader del Pd dice chiaramente che vuole Berlusconi fuori dal parlamento: dietro le sbarre o agli arresti domiciliari, ma comunque fuori dalla politica. "Non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce - spiega al Corsera - non ci sono strade ed è anche sbagliato cercarle". E ancora: "Le sentenze vanno rispettate ed eseguite. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, per quanto possa essere dura. In qualsiasi ordinamento democratico il principio di legalità non può mai essere discusso". Per Epifani, "il principio di legalità in uno stato democratico viene prima di qualsiasi valutazione politica". E insiste: "È il fondamento. Se annulliamo legittimità e legalità non c’è più nessun caposaldo, per questo bisogna avere una linea rispettosa ma anche molto ferma. Io non vedo altre strade".

Le dichiarazioni di Epifani ha subito creato scompiglio nella maggioranza. "È un irresponsabile e un provocatore che cerca la crisi di governo senza intestarsela", ha commentato il segretario della commissione Giustizia della Camera Luca d’Alessandro. "Le dichiarazioni di Epifani tendono a incendiare il clima politico nel momento in cui bisognerebbe rasserenare il clima - rincara la dose il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani, intervistato da SkyTg24 - non è una provocazione ma quasi. Non abbiamo bisogno lezioni da parte da nessuno". Secondo il capogruppo all Camera Renato Brunetta, siamo a un passo alla fine delle larghe intese. Non a caso proprio oggi Massimo D'Alema ha spiegato, in una intervista all'Unità, che occorre "fare il punto e arrivare a una stretta".

Stretta che deve essere formalizzata già all'inizio di settembre.

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