Cronaca locale

"La mia fiera contro l'arte incomprensibile"

Il critico Angelo Crespi inaugura Grandart. In mostra i pittori figurativi "vivi e vegeti"

"La mia fiera contro l'arte incomprensibile"

Grandart. Modern & Contemporay Fine Art Fair è una nuova fiera d'arte moderna e contemporanea che sbarca in città: apre venerdì 10, dura tre giorni e si svolge nel cuore di Porta Nuova, in quel The Mall che ospiterà, a marzo, il MIA Photo Fair. Ce n'era bisogno, a pochi giorni dalla chiusura, nella vicina Torino, di Artissima, forse la più importante fiera d'arte contemporanea italiana, che ha saputo catalizzare anche quest'anno l'interesse del mercato e degli appassionati? «Sì, perché questa fiera milanese punta tutto sul... dividendo estetico».

A rispondere è Angelo Crespi che insieme ad altri (Bianca Cerrina Feroni, Martina Mazzotta, Lorenza Salomon, Federico Rui, Stefano Zucchi), siede nel comitato scientifico della manifestazione.

Crespi giornalista, critico d'arte, autore del recente «100 anni di arte immonda, ed ilGiornale, e di Ars Attack» per Johan&Levi editore parte dal titolo per spiegare le ragioni di una nuova fiera nel settore: «Rimanda al Gran Tour che i nobili dell'Ottocento facevano in Italia per educarsi al bello: non abbiamo paura a dire che vogliamo mettere in mostra un'arte che aspira alla bellezza». Detto così suona un po' «operazione nostalgia», no? «Ed è esattamente ciò che non vogliamo: è vero che la fiera si concentra maggiormente sulla pittura figurativa, ma questo perché la pittura, nonostante tutti i meccanismi dell'art-system, resta la star delle fiere ovunque, persino nell'eccentrica Frieze di Londra. La pittura non morirà mai perché è l'espressione artistica di più immediata comprensione e gratificazione. Le sperimentazioni del mercato? Giusto che ci siano, ma non sono destinate a rimanere». Sfogliamo dunque il catalogo delle opere in mostra e troviamo Russolo, Crippa, Guttuso e poi Depero, Festa, Chighine, Crippa e poi ancora Salvo, Davide Nido. Omaggio anche a Gianfranco Ferroni, con una quindicina di opere di una delle firme del Realismo esistenziale. «Grandart celebra la tradizione pittorica italiana in una città che ha visto nascere e affermarsi alcuni movimenti artistici come lo Spazialismo di Lucio Fontana, l'arte cinetica, l'arte nucleare, il Realismo esistenziale e altri ancora, ma anche vent'anni di distanza da quell'Officina milanese che aveva nella figurazione la sua cifra espressiva più caratteristica», dice Crespi rivendicando il ruolo di una fiera cucita su misura' al collezionismo cittadino.

«La maggior parte degli appassionati acquista opere d'arte per mettersele in casa, poi magari le rivende anche, ma il primo risultato richiesto dall'investimento è quello che definiamo dividendo estetico': il puro appagamento della contemplazione dell'opera, la sua bellezza», dice Crespi sottolineando che Milano, al momento, è l'unica città italiana con una vitalità tale da permettersi più fiere d'arte (l'appuntamento con Miart è in primavera).

Promossa da Ente Fiera Promoberg e da Media Consulter, in collaborazione con Angamc Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, Grandart rifugge le costose stravaganze del mercato (sgunz il neologismo coniato da Crespi per definire certe apparenti insensatezze o derive del contemporaneo) e propone un'arte più rassicurante e ponderata, a partire dalle quotazioni.

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