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L'incontro tra Trump e Kim. La stretta di mano ad Hanoi

Kim: "Necessari sforzi meticolosi, ma ora siamo qui". E Trump: "Penso che il summit sarà un successo"

La stretta di mano tra il presidente americano Donald Trump e il leader coreano Kim Jong-un
La stretta di mano tra il presidente americano Donald Trump e il leader coreano Kim Jong-un

Donald Trump e Kim Jong-un si incontrano per la seconda volta. Il luogo scelto dalle diplomazie di Stati Uniti e Corea del Nord è Hanoi, in Vietnam. Il summit si è aperto alle 18.30, con un colloquio di 20 minuti tra i due leader, prima di una cena con un ristretto numero di partecipanti, che includeranno il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il capo dello staff presidenziale, Mick Mulvaney. Kim Jong-un sarà accompagnato dal vicepresidente della Commissione centrale del Partito del lavoro, Kim Yong-chol, e dal ministro degli Esteri, Ri Yong-ho.

La giornata cruciale sarà però domani, quando i due leader avranno modo di parlare di denuclearizzazione e della possibile proclamazione della fine della Guerra di Corea. Un evento storico, se mai si riuscisse ad arrivare a una simile accordo. Ma i cambiamenti si sono registrati già lo scorso giugno, dopo l'incontro tra Trump e Kim a Singapore.

Poco dopo la stretta di mano, Trump ha detto che "i colloqui saranno di grande successo". Per poi proseguire: "Kim è un grande leader e la Corea del Nord ha molto potenziale illimitato".

Il leader coreano ha invece elogiato la decisione del tycoon di proseguire nei negoziati: "Siamo stati capace di superare tutti gli ostacoli e ora siamo qui. Ci sono stati malintesi, ma ora siamo qui".

Di cosa parleranno Trump e Kim Jong-un ad Hanoi

Nonostante Trump abbia ormai abituato tutti alla sua imprevedibilità, fonti diplomatiche hanno già fatto trapelare alcune indiscrezioni sugli argomenti che potrebbero esser trattati dai due leader durante il summit. Tra gli argomenti in cima alla lista c'è lo smantellamento del complesso nucleare di Yongbyon e la denuclearizzazione del nord. Nel caso in cui queste due ipotesi dovessero realizzarsi, allora si potrà dire definitivamente conclusa la Guerra di Corea e Pyongyang potrà forse tirare un respiro di sollievo in tema di sanzioni.

L'ottimismo di Trump

Prima di partire per Hanoi, il presidente americano ha detto: "Parliamo di qualcosa che francamente (Kim) non ha mai discusso prima con nessun altro, eppure parliamo, e lo facciamo in maniera chiara, franca. Credo sarà un summit straordinario". Poi, il tycoon aveva ringraziato la Cina per l'importante ruolo svolto nella gestione della crisi con la Corea: "Il sostegno del presidente cinese Xi è stato di grande aiuto per il mio incontro con Kim Jong-un". Per poi concludere: "L'ultima cosa che la Cina desidera sono ingenti quantitativi di armi nucleari sulla propria porta di casa. Le sanzioni imposte da Cina e Russia al confine (con la Corea del Nord) sono state molto utili. Così come la mia ottima relazione con il presidente Kim!".

I desideri di Kim Jong-un

Kim sa che la sua posizione all'interno della scacchiera internazionale - e forse la sua stessa esistenza - dipendono dalla capacità di trovare la quadra con gli Stati Uniti. Per questo il leader coreano porta ad Hanoi diverse speranze e desideri. Primi tra tutti l'allentamento delle sanzioni e il ridimensionamento delle esercitazioni tra Stati Uniti e Corea del Sud.

Il nodo delle sanzioni

Mike Pompeo è l'uomo duro di Washington. Un "falco", come si dice in gergo. Eppure nell'ultimo periodo si è detto disponibile ad alleggerire le sanzioni contro la Corea del Nord anche prima della totale denuclearizzazione del nord del Paese, a patto però che si registrino progressi concreti.

In particolare, Washington potrebbe stilare un calendario per vincolare Kim Jong-un e costringerlo ad abbandonare missili balistici e arsenale nucleare.

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