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Oxfam, altro che aiuti umanitari: "Sesso a 16 anni con il direttore"

Nuove accuse su Roland Van Hauwermeiren. E cinque dirigenti licenziati su sette furono incredibilmente reinseriti

Oxfam, altro che aiuti umanitari: "Sesso a 16 anni con il direttore"

Oxfam corre ai ripari e lancia un programma milionario contro gli abusi sessuali, ma continuano ad emergere scandalose rivelazioni. Uno dei manager coinvolti nella brutta storia delle «orge alla Caligola» nella missione a Haiti devastata dal terremoto, due mesi dopo la destituzione è stato impiegato di nuovo dalla costola americana di Oxfam per un intervento di emergenza in Etiopia. Non solo il capo delle operazioni nell’isola, il belga Roland van Hauwermeiren, ha continuato a lavorare nel campo umanitario con altre Ong. Ben 5 «umanitari» di Oxfam su 7 licenziati in silenzio, dopo l’inchiesta interna, hanno trovato nuovi impieghi con altre organizzazioni non governative. Il quotidiano britannico Times, che conosce gli atti dell’inchiesta interna sullo scandalo di Haiti, ha rivelato come Gurpreet Singh, un indiano di Oxfam coinvolto nella vicenda, fosse stato silurato «con effetto immediato per cattiva condotta, bullismo e intimidazione del personale britannico» della potente Ong. L’udienza disciplinare interna si era tenuta il 17 agosto 2011, ma in ottobre lo stesso manager messo alla porta veniva assunto da Oxfam negli Stati Uniti per un intervento d’emergenza in Etiopia con un contratto di tre mesi. Oxfam ha ammesso che «è stato un grosso errore». Van Hauwermeiren, pietra dello scandalo, che dopo Haiti ha lavorato per una Ong francese in Bangladesh, ha ammesso solo in parte le sue colpe. «Ho avuto una relazione per tre volte con un’adulta e onorevole signora, non una vittima o una prostituta, che ho incontrato dopo aver aiutato la sua giovane sorella e la madre con pannolini e latte per bambini. Non le ho dato soldi» sostiene il belga. Il quotidiano inglese Daily Mail, però, ha scovato a Haiti una «ex prostituta, che ai tempi del terremoto aveva 16 anni. La ragazza ha confermato di essere andata a letto con il 68enne Van Hauwermeiren, due volte la settimana per sei mesi. Il capo missione di Oxfam la pagava fra gli 80 e 160 euro a incontro. La «vittima» spiega di averlo incontrato vicino alla villa della Ong chiamata «il nido dell’aquila», dove si tenevano i festini, dopo che cinque membri della sua famiglia erano morti sotto le macerie del terremoto. La direttrice della sezione internazionale, Winnie Baynyima, ha dichiarato ieri senza peli sulla lingua: «Ciò che è successo a Haiti ha macchiato Oxfam e ci scusiamo senza alcuna riserva. Dal più profondo del mio cuore chiedo perdono. Ma ovviamente le parole non sono sufficienti, servono azioni concrete». La grande Ong ha lanciato un ambizioso programma per voltare pagina. La prima mossa è la creazione di una commissione per una revisione indipendente all’interno di Oxfam, che indagherà per realizzare un archivio, il più completo possibile, su qualsiasi caso di cattiva condotta sessuale o abuso di potere del passato. Il dossier verrà reso pubblico. Il secondo passo è la formazione di un database globale di personale autorizzato a rilasciare referenze per conto dell’organizzazione. L’obiettivo è evitare le credenziali false ed i casi, come quelli di Haiti, di reimpiego di «umanitari» appena cacciati per condotta inappropriata. Oxfam ha anche deciso un rafforzamento dei controlli interni. Non basta per fermare le rivelazioni, che spuntano da mezzo mondo. La costola spagnola ha ammesso quattro casi dal 2012, ma molte porcherie non sono mai venute alla luce. Un pilota britannico ha rivelato alla stampa inglese un’altra storiaccia durante l’emergenza provocata dal tifone Yolanda nelle Filippine nel 2013. Chris Jacobs era disgustato dal comportamento di alcuni «anziani membri dello staff» di Oxfam con ragazzine di 14-15 anni nell’hotel Marco Polo dell’isola di Cebu.

Il pilota aveva informato la Ong in Inghilterra senza mai ottenere risposta.

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