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Rifiuta matrimonio gay ma viene arrestata

Kim Davis, l’impiegata comunale del Kentucky che si era rifiutata di celebrare matrimoni omosessuali invocando il nome di Dio, finirà dietro la sbarre

Rifiuta matrimonio gay ma viene arrestata

Ha preferito la prigione piuttosto che contraddire la sua fede religiosa. Kim Davis, l’impiegata comunale del Kentucky che si era rifiutata di celebrare matrimoni omosessuali invocando il nome di Dio, finirà dietro la sbarre con l’accusa di oltraggio alla Corte. Lo ha deciso un giudice federale dopo la posizione perentoria della donna.

"La corte - si legge nelle motivazioni - non può condonare la disobbedienza ostinata ad un ordine emanato secondo la legge. Se si dà alle persone l’opportunità di scegliere quali ordini eseguire, questo è ciò che potenzialmente causa problemi". Il giudice ha anche aggiunto che la Davis rimarrà in prigione finchè non si adeguerà agli obblighi imposti dalla propria posizione.

La vicenda va avanti da alcuni mesi in particolare da quando la Corte Suprema ha riconosciuto legali a livello nazionale le unioni dello stesso sesso. Da allora la donna si era rifiutata di assolvere agli obblighi che le impone la legge asserendo che l’unico matrimonio è quello tra un uomo e una donna. Immediatamente si sono scatenate le proteste. Tra le altre cose la Davis è stata accusata di ipocrisia e di applicare i principi della Bibbia secondo la sua convenienza. La donna infatti si è sposata quattro volte. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quando la coppia, David Moore e David Ermold, si è vista rifiutare la licenza di matrimonio per ben quattro volte.

"In nome di quale autorità?" - ha chiesto Ermold, a quel punto l’impiegata ha risposto: "In nome dell’autorità di Dio". In Corte ha spiegato che i matrimoni dello stesso sesso violano i suoi principi cristiani. Secondo quanto scrive il New York Times, la donna ha testimoniato che non ha esitato a tenere fede ai suoi principi e a sfidare la Corte.

"Non ho avuto bisogno di pensarci - ha detto - era l’unica scelta possibile". Dopo aver emesso la condanna, il giudice David Bunning ha aggiunto che la motivazione della Davis di contravvenire ad un ordine semplicemente non è sufficiente. "Non è impossibilitata fisicamente - ha commentato - a rilasciare licenze di matrimonio. Sta deliberatamente scegliendo di non farlo". Inoltre non si è limitato ad una sanzione perché ha ritenuto che non avrebbe impedito alla donna di non adempiere ai suoi obblighi.

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