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"Se accuse vere, mi dimetterei". E la Camera "salva" la Boschi

Il ministro si difende a Montecitorio: "Non consento a nessuno di mettere in discussione la mia onestà e il rispetto della legge"

"Se accuse vere, mi dimetterei". E la Camera "salva" la Boschi

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi si presenta in aula, alla Camera, per replicare alla mozione di sfiducia presentata contro di lei dal Movimento 5 Stelle, in merito al decreto "salva banche" e agli effetti che tale provvedimento avrebbe avuto sulla Banca Etruria, di cui suo padre è stato vicepresidente. "Una campagna politica contro la mia famiglia e il governo", afferma la Boschi. E chiarisce: "Se mio padre ha sbagliato dovrà pagare". Ma precisa: "E' già stato sanzionato da Bankitalia, dov’è il favoritismo nei confronti di mio padre? Io amo mio padre, è una persona perbene. Io sono fiera di lui, la sua è una storia semplice". La Camera le crede e, con 129 a favore e 373 contrari, respinge la mozione di sfiducia.

Una difesa accalorata, quella del ministro. Che poi sottolinea le "maldicenze e meschinità scritte" contro la sua famiglia. Ma, assicura, "non c'è mai stata alcuna corsia preferenziale per favorire la mia famiglia o i miei amici". C'è spazio, nell'intervento del ministro, per una parentesi sulle umili origini della sua famiglia: "Mio padre è di origine contadina e ogni giorno si faceva 5 chilometri a piedi per andare a scuola. Questa è la storia semplice e umile di mia famiglia, non le maldicenze uscite in questi giorni. La famiglia Boschi non è la famiglia della Banca Etruria". "Restiamo ai fatti - dice ai colleghi deputati - perché con i 'se' e con i 'sembrerebbe' non si accertano i fatti e la verità. Ascoltate, prima di votare e ascoltate senza pregiudizi. I provvedimenti del governo hanno pur indirettamente favorito la mia famiglia? E' questa la domanda. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni".

Il ministro entra nello specifico parlando delle azioni di Banca Etruria in suo possesso. "Io posseggo, o possedevo, 1557 azioni di Banca Etruria per un valore iniziale di 1500 euro. Dopo il decreto di questo governo il valore delle azioni è stato azzerato. Mio padre possiede 7550 azioni; 2013 mia madre, 1847 mio fratello Emanuele, 347 mio fratello Pier Francesco. Ad un valore inferiore a un euro ciascuna potete fare il calcolo del valore complessivo di questi pacchetti". E prosegue nel ragionamento: "Trovo suggestivo che a fronte di questo io sia indicata come proprietaria di Banca Etruria. Dire che Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è funzionale ai titoli sui giornali, ma non corrisponde alla realtà dei fatti. Il provvedimento di novembre non ha favorito la mia famiglia, perché le azioni sono state azzerate come tutte le altre. Né io né i membri della mia famiglia abbiamo comprato o venduto azioni dal momento in cui io sono arrivata al governo. Nessun plusvalore può essere stato realizzato. Ma ragioniamo per assurdo: a seguito del decreto tutte le banche quotate hanno visto aumentato il valore dei propri titoli, e la minusvalenza si è ridotta. Invece di perdere 960 euro avrei perso 500 euro.

Stiamo parlando al Paese di 370 euro".

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