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Conte sfida ancora Salvini: "Porterò i migranti in aereo"

Il presidente del Consiglio a gamba tesa su Sea Watch e Sea Eye. Ma il ministro: "Non autorizzo nessuno sbarco"

Conte sfida ancora Salvini: "Porterò i migranti in aereo"

Continua lo scontro sui migranti tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ieri, infatti, il premier aveva annunciato di voler aprire i porti a, seppure solo parzialmente, a Sea Watch e Sea Eye: "Ne prenderemo 15 su 49, e prenderemo anche i mariti perché non siamo gente che smembra le famiglie: daremo un segnale all’Europa, ma dopo che tutti avranno rispettato le regole". Parole che non sono piaciute affatto a Salvini che subito ha risposto: "Porti chiusi".

Ma oggi Conte torna nuovamente alla carica e sfida il leghista, dicendo a Porta a porta: "Se non li faremo sbarcare, li andrò a prendere con l'aereo e li riporterò". Uno strappo netto con quanto predicato da Salvini, che infatti è intervenuto subito su facebook dicendo: "Un cedimento oggi da parte di chiunque significherebbe riaprire le porte al traffico di essere umani gestito dai mafiosi e dagli scafisti. Non cambierò mai idea. Chi vuole salvare vite deve bloccare gli scafisti. Chi vuole aiutare l'Africa a diventare uno splendido continente da cui non scappare ma fermarsi a vivere e lavorare: deve bloccare gli scafisti e delle navi non non rispettano le regole e battono bandiere straniere. Questo non avverà mai con il consenso mio e degli italiani. E se qualcuno, anche all'interno del governo, accetterà di cedere alle imposizioni di scafiosti, trafficanti e Ong non farà un buon servizio nè a quelle donne e quei bambini, nè all'Italia, nè la continente africano: Poi ognuno si prende le responsabilità delle sue scelte".

È da tempo che il premier sta cercando di ritagliarsi un ruolo sempre più importante all'interno del governo, anche perché è stato a lungo definito un "burattino" nelle mani di Lega e Movimento 5 Stelle.

Ma c'è pure chi vede nella nuova posizione di Conte il tentativo di presentarsi come leader "pulito" e istituzionale per il il movimento fondato da Beppe Grillo.

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