Cronache

"Così mi fingo bulgaro per non pagare multe bollo e assicurazione"

Il sotterfugio di un carrozziere italiano: "Ho comprato un furgone, ma l'ho immatricolato all'estero". Costi dimezzati

"Così mi fingo bulgaro per non pagare multe bollo e assicurazione"

«A me il furgone serve per lavorare ma qui ci massacrano di tasse e di spese, e in Bulgaria si risparmia su tutto, inclusa l'Rc auto. E lo sa qual è la beffa più grande? Che l'assicurazione in Bulgaria me l'ha stipulata una compagna italiana, e così ho risparmiato l'85%». Luciano ha un bell'accento romagnolo che addolcisce le parole ma non il tono, che è di vera rabbia mentre racconta come si è deciso a percorrere il «passaggio a est» seguito ultimamente da tanti altri italiani. Una scorciatoia al limite della legalità che permette di tagliare tasse e spese che ormai opprimono gli automobilisti della Penisola.

«Io faccio il carrozziere, avevo bisogno di un furgone con il gancio da traino e ne ho trovato uno vecchio di vent'anni ma in discreto stato, in vendita da un privato a 1.200 euro - racconta Luciano - solo che a conti fatti mi toccava sborsarne oltre duemila di spese e tasse: così è impossibile, mi sono detto». La soluzione a Luciano l'ha suggerita la sua fidanzata, una ragazza bulgara: fare una gita in Bulgaria e immatricolare lì l'auto.

Ma si può fare? «Certo che si può - assicura Luciano - visto che la mia fidanzata viene da lì ci siamo detti che potevamo fare una vacanza dalle parti di casa sua». Stando al racconto dell'artigiano romagnolo, il viaggio vale la pena: il furgone con il gancio da traino in Italia paga di più, per cui l'Rc auto veniva a costare quasi 1.000 euro, il bollo oltre 500, più la spesa per il passaggio di proprietà. E in Bulgaria? «Il bollo è praticamente nullo, venti euro, il passaggio di proprietà si dimezza e l'assicurazione, incluso il gancio da traino, crolla a 140 euro. E l'ho fatta presso la filiale bulgara delle Generali!». La compagnia naturalmente non fa nulla di illegale: assicura un veicolo che ufficialmente è bulgaro.

Ma intanto circolare con un targa bulgara in Italia significa anche dribblare le multe. «Se non ti metti a fare il matto funziona - giura Luciano - so che c'è gente con la targa estera che ne approfitta per correre e violare tutte le regole, ma se fai così rischi di essere segnalato alle pattuglie. Comunque se ti fermano devi essere pronto a pagare la multa subito, sul posto, altrimenti rischi il sequestro».

Il nodo normativo è intricato: in pratica la Bulgaria ricade in una convenzione del '91 secondo cui l'operatore di polizia che ferma una vettura con targa da uno dei Paesi che aderisce al trattato, deve considerare automaticamente valida la copertura assicurativa. In passato c'è stata anche qualche agenzia «piratesca» che ha cercato di vendere direttamente in Italia la polizza «Generali» bulgara a prezzo stracciato, ma è illegale ed è intervenuta l'autorità di controllo delle assicurazioni. Le polizze straniere sono valide solo per chi ha targa straniera. Ma ora il sistema si è affinato: ci sono agenzie straniere che offrono di immatricolare il veicolo in Bulgaria e intestarlo a prestanome. Certo se si incappa in controlli due volte nello stesso anno e in operatori di polizia particolarmente pignoli c'è il rischio che venga contestata la reale appartenenza del veicolo a uno straniero. Ma, a giudicare dalla diffusione sempre maggiore del fenomeno, sono in tanti a sentirsi tranquilli nello sfidare la sorte. «Bisogna mettere mano alla normativa e correggere questa stortura - esorta Stefano Manzelli, direttore di Poliziamunicipale.it , il portale della polizia locale - sono casi sempre più frequenti e le regole devono mettere in grado gli agenti delle polizie stradali di trattare con lo stesso metro tutti gli automobilisti, sia gli italiani onesti che i furbi e gli stranieri».

E che ci sia un buco normativo in cui prolifera il fenomeno delle targhe bulgare in Italia, lo conferma anche il fatto che alla Camera lunedì si discute un progetto di legge che tra le altre cose contiene alcune norme mirate a limitare la «esterovestizione» dei veicoli.

Purtroppo però nessuno pensa a diminuire i costi a carico degli automobilisti, sempre più asfissianti.

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