Cronaca locale

La Milano dei clandestini torna capitale della paura

Mai così tante violenze dal 1999, quasi tutte straniere. E Sala respinge il barcone "simbolo"

La Milano dei clandestini torna capitale della paura

Milano Difficile per chi c'era non ricordare, non azzardare paragoni. Tra la violenza della criminalità di questi giorni a Milano e la serie infernale dei nove omicidi nei primi nove giorni del 1999 tra la città e la provincia. Con la rabbia della gente che scende in piazza e il ministro dell'Interno Jervolino che si prende le uova.

Fu un periodo livido di paura e incertezze. Altri tempi, altri criminali, altre dinamiche sociali? È senz'altro più specchio dei nostri tempi, scanditi dalla delinquenza di extracomunitari e migranti molti dei quali clandestini richiedenti asilo, la violenza delle aggressioni della notte tra giovedì e venerdì. Con i due marocchini (uno arrestato e rilasciato solo una settimana prima) che, tra Cinisello Balsamo e la zona della stazione Centrale di Milano, hanno seminato il terrore, ferito due uomini, una ragazza e ucciso un cameriere bengalese 23enne. Nelle stesse ore in via Padova, un romeno di 43 anni veniva ammazzato da un assassino ancora senza nome.

Tra le forze dell'ordine c'è chi li ha definiti «fatti di assoluta eccezionalità», «paragonabili forse, per la furia» ai tre passanti uccisi in una notte a picconate dal gahnese Kabobo, nel maggio 2013.

Ma non è finita qui. Anche la notte tra sabato e domenica è stata difficile a Milano. Sempre nella zona della stazione Centrale, in via Napo Torriani, infatti, dei malviventi a volto scoperto sono entrati armati di un fucile a pompa in una sala slot, hanno legato i due titolari cinesi e li hanno messi in una stanza per andarsene con l'incasso, 4mila euro. Solo alle 8 di ieri mattina i cinesi sono riusciti a liberarsi e a dare l'allarme.

Poco prima, nella strada della movida per eccellenza, la centralissima corso Como, due gruppi di una ventina ragazzi si sono scontrati in una rissa a suon di calci e pugni. Sono state due pattuglie di militari dell'esercito, in zona per l'operazione Strade Sicure a impedire che la situazione degenerasse.

Il sindaco Giuseppe Sala ha risposto infine «sì» ad Augusta che chiede di poter tenere in Sicilia il barcone affondato nel 2015 e che il Comune di Milano, in qualità di «capitale dei diritti», voleva collocare nel cortile della facoltà di Veterinaria della Statale. Sarà senz'altro, come ha affermato il primo cittadino nell'intervista rilasciata ieri al quotidiano Il Giorno, anche perché così si eviterà di spendere 600mila euro per il trasporto. Oppure perché, come ha dichiarato ieri il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana «la situazione a Milano è ormai quasi insostenibile».

Non dimentichiamo che c'è chi potrebbe non gradire pensando che proprio a bordo di due di quei barconi sono arrivati i marocchini che l'altra notte hanno rapinato e ucciso in città come non accadeva da anni.

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