Politica

Rajoy senza numeri, in Spagna tutti contro tutti

Addio progetto di grande coalizione, Podemos si offre ai socialisti

Manila AlfanoQuella che si sta giocando in Spagna è una partita di nervi. Vince chi non cade per primo nella trappola dell'altro. Venerdì sera la scelta di Mariano Rajoy ha spiazzato tutti: ha respinto la proposta di re Felipe VI di tentare di ottenere l'investitura del Congresso dei deputati. Schiena dritta e dignità, Rajoy ha detto no. Non ci sono i numeri, sa che il suo tentativo, qui e ora, sarebbe solo un suicidio politico. Lui voleva una grande coalizione alla tedesca, conservatori, socialisti e ciudadanos di centro. Ma non c'è stato verso. Pedro Sanchez leader dei socialisti non ha neppure risposto alla chiamata. Ieri la rabbia dei socialisti delusi per il rifiuto di Rajoy si è fatta sentire: «Provi a ottenere la fiducia o si faccia da parte», ha tuonato Sanchez. Ma Rajoy è stato chiaro. Senza fare un passo indietro. Testardo e implacabile, ha sottolineato che ci riproverà, riprenderà le trattative. «La dignità è l'ultima cosa che un politico può perdere» ha detto, riferendosi alla tentazione di Sanchez ad allearsi con Podemos. Ora la palla è di nuovo al centro. Serve astuzia e pazienza. Ma prendere tempo non sempre è la strategia migliore. Si gioca così: un partito contro l'altro. I protagonisti si fiutano a distanza e sentono odore di inganno. Sanchez fa la voce grossa con i popolari, in realtà gli serve tempo: «Crediamo che Rajoy sia obbligato a presentarsi come candidato premier per l'investitura o rinunciare al suo diritto di farlo per bene». Chi rischia sono i grandi vecchi. Per questo Iglesias di Podemos è deciso a sfruttare fino la situazione: ha dichiarato di essere pronto ad un governo assieme ai socialisti, ha chiesto la poltrona di vicepremier, e sei ministri tra cui Interno e Difesa, poi c'è l'incognita del referendum catalano voluto da Podemos, ma fumo negli occhi per i socialisti. Richieste che sanno più di ricatto che di mano tesa. Sanchez si mantiene prudente e intanto ha telefonato ad Albert Rivera, leader Ciudadanos. Il Psoe non intende ora «avviare negoziati con altre forze politiche per cercare di formare un'alternativa di governo stabile, tanto più se vi sono dei ricatti».

E se si tornasse alle elezioni a festeggiare sarebbe proprio Podemos che rosicchierebbe voti ai socialisti sempre più indeboliti.

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