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Renzi ammette: "Non vogliamo elezioni anticipate"

Il fondatore di Italia Viva svela il vero obiettivo per restare al governo: "Vogliamo eleggere un presidente della Repubblica non sovranista"

Renzi ammette: "Non vogliamo elezioni anticipate"

Tutte le anticipazioni sono confermate: l'unico collante che tiene attaccati alle poltrone Pd, M5S e Italia Viva è la lotta eterna contro Matteo Salvini. A confermarlo è stato Matteo Renzi, che in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha svelato il vero obiettivo per proseguire forzatamente il governo con i suoi alleati-avversari: "Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa lasciargli Emilia, Toscana e Lazio". E ha rivendicato con orgoglio: "Noi siamo nati pronti e non ci fa paura nulla. Ma faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà". Senza far mancare una frecciatina ai colleghi di maggioranza: "Può darsi che andare al voto sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd. Ma non credo sia l’interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani".

Piano contro le alluvioni

Da parte di Italia Viva è stata esplicitata la necessità di far diventare il progetto sullo sblocco dei cantieri un vero e proprio decreto: "Vogliamo aiutare il Paese. La situazione italiana è seria: la crescita zero fa male alle aziende e fa crescere il rapporto debito/Pil. Noi proponiamo di sbloccare i 120 miliardi di euro che sono fermi nei cassetti attraverso l’utilizzo di procedure straordinarie come abbiamo fatto a Milano con l’Expo". Il Partito democratico ha affermato che i fondi sopracitati non ci sono, ma l'ex presidente del Consiglio ha risposto: "Ho fatto quattro manovre: tre leggi di bilancio e il decreto legge sugli 80 euro. E dunque conosco i numeri. Sono pronto a un duello all’americana, in TV o in un centro studi, con chiunque dica che manchino i soldi. Rilanciare le infrastrutture, sbloccando i cantieri, è oggi emergenza nazionale. Dovremmo evitare polemiche tra partiti e dare tutti una mano". Renzi ha rivelato che per il progetto Italia Choc sogna l'unanimità: "Tutti sono d’accordo a parole con l’esigenza di sbloccare i cantieri. Ora che finalmente qualcuno propone un decreto, nessuno può tirarsi indietro. I soldi ci sono, serve la volontà. Italia Viva risponde presente. Gli altri?".

È stato toccato anche il tema delle alluvioni: "La prima cosa che ha fatto il mio governo è stata creare una unità di missione contro il rischio di dissesto idrogeologico. La prima cosa che ha fatto il governo gialloverde è stata chiudere questa struttura. Qualcosa vorrà pur dire. Noi proponiamo di rilanciarla adesso". Inevitabilmente si è parlato del Mose, alla luce della tragedia dell'acqua alta a Venezia: "Non è vero che il Mose non serve a niente. Chi lo dice parla senza cognizione di causa. Costa molto, ci sono stati scandali, siamo in ritardo: vero. Ma chi può affermare che sia inutile? Le opere servono e la qualità ingegneristica italiana è di prima qualità".

La vita del governo

L'ex sindaco di Firenze ha poi parlato pure dell'invito da parte di Giuseppe Conte a collaborare per abbassare ulteriormente le tasse nella manovra: "Ben fatto, bravo. Quando lo dicevamo solo noi, in beata solitudine, ci consideravano i pierini della maggioranza. Ora lo chiede anche il premier. È il destino dei pionieri: prima ti attaccano, poi ti seguono. Era accaduto anche per l’Iva, accadrà così anche sullo sblocco dei cantieri". Su questo tema proverà a convincere anche Salvini: "A parole anche la Lega dovrebbe essere d’accordo. Poi vedremo i fatti. Certo, la vera sfida sarà culturale. Per me la leadership in politica si misura anche dalla capacità di dettare l’agenda".

Renzi infine ha fatto un bilancio sul rapporto di governo con il Movimento 5 Stelle: "Il caso Ilva dimostra che è stato un errore fare una gara accettando che per qualche milione di euro in più vincesse il progetto peggiore, come dicono i risultati della gara. Chi in questi giorni ha difeso Mittal con toni superficiali e populisti dovrebbe ricordare che un Paese serio protegge i posti di lavoro, non le speculazioni internazionali".

Il tutto ribadendo come in passato abbia subito "slogan di morte" da parte dei grillini in piazza.

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