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Russiagate, Trump: "Sono indagato"

Nell'inchiesta coinvolto il genero Jared Kushner: nel mirino operazioni finanziarie

Russiagate, Trump: "Sono indagato"

New York - Per la prima volta Donald Trump ammette di essere indagato nello scandalo Russiagate. Lo fa a modo suo, tramite il portavoce più stretto, Twitter, e passando immediatamente al contrattacco. «Sono indagato per aver licenziato il direttore dell'Fbi dall'uomo che mi ha detto di licenziare il direttore dell'Fbi. Caccia alle streghe», scrive il presidente americano sul sito di microblogging. Con tutta probabilità la stoccata è rivolta al vice ministro della Giustizia Rod Rosenstein, autore del documento con le motivazioni per silurare l'ex numero uno del Bureau James Comey, e incaricato di supervisionare le questioni relative all'inchiesta, da quando il ministro Jeff Sessions ha deciso di ricusarsi. Rosenstein, finito al centro delle polemiche proprio per la lettera in cui raccomandava a Trump il licenziamento di Comey, ha firmato anche la nomina di Robert Mueller, per 12 anni alla guida dell'Fbi, come procuratore speciale per coordinare l'indagine.

Ora, secondo i media Usa, il vice ministro (l'unico che ha potere, anche di licenziamento, su Mueller) ha ammesso privatamente che potrebbe astenersi dall'inchiesta. Intanto il Commander in Chief, nella consueta raffica di tweet mattutini, ribadisce che «dopo sette mesi di indagini e audizioni parlamentari sulle mie collusioni con i russi, nessuno è stato in grado di mostrare alcuna prova». «Triste», tuona il presidente. Poi torna ad attaccare la stampa: «I fake media non sopportano quando uso quello che si è rivelato il mio potente social media, con oltre 100 milioni di persone. E così posso aggirarli».

Intanto il Washington Post, dopo la notizia bomba che Trump è indagato per possibile ostruzione della giustizia, diffonde un altro scoop, questa volta riguardo il genero e consigliere di The Donald, Jared Kushner: secondo il quotidiano Mueller sta indagando anche sulle attività finanziarie e imprenditoriali condotte dal marito di Ivanka. Il Wp cita fonti investigative che parlano anche di indagini sulle operazioni finanziarie di altre persone molto vicine al presidente, come l'ex consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn ed ex responsabili della sua campagna come Paul Manafort e Carter Page.

Già nelle scorse settimane era emerso come Kushner fosse considerato persona di interesse nell'ambito del Russiagate, notizia che peraltro creò non poco imbarazzo a Trump durante il G7 di Taormina, e costrinse Jared e Ivanka a rientrare in tutta fretta a Washington. Il genero del tycoon ha accettato di essere sentito dalla commissione intelligence del Senato tra la fine di giugno e i primi di luglio, ma finora nel mirino c'erano solo i suoi incontri con l'ambasciatore russo negli Usa Sergei Kislyak e con Sergei Gorkov, numero uno della banca Vnesheconombank, di proprietà del Cremlino. Adesso, invece, le autorità stanno concentrando anche sulle sue attività commerciali.

In seguito alla doppia rivelazione del Wp, intanto, il vice ministro Rosenstein ha diffuso una insolita dichiarazione del dipartimento di Giustizia in cui invita i cittadini Usa a non fidarsi delle notizie affidate a fonti anonime. «Gli americani dovrebbero prestare attenzione prima di considerare vere le storie attribuite a fonti anonime», afferma, sottolineando che è necessario «essere scettici».

E nel frattempo anche il vice presidente americano, Mike Pence, ha deciso di assumere un legale personale nell'ambito delle indagini sul Russiagate, una decisione «di routine», come afferma il suo ufficio. Si tratta di Richard Cullen, ex procuratore generale della Virginia, che ha fatto parte del team legale dell'ex presidente George W.

Bush durante il riconteggio dei voti in Florida nelle presidenziali del 2000.

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