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La stampa è meno libera? "È tutta colpa di Grillo"

Scontro durissimo fra Reporters sans frontières e il leader M5s, accusato di intimidire i giornalisti

La stampa è meno libera? "È tutta colpa di Grillo"

«Che penserà la gente mister Kane? Quello che dico io!». Cinque Stelle, Quarto potere e un leader comico. Forse Beppe Grillo avrà visto il film di Orson Welles, forse no. La pellicola è del 1941, e il garante pentastellato non era ancora nato. Ma si sa che Grillo ha la memoria corta.

Ieri dalla sua villa genovese lo smemorato di Sant'Ilario lo ha rifatto: si è rimangiato quello che aveva dichiarato un anno fa. Se l'è presa con Reporter sans frontières e con la loro classifica attuale. Il motivo? Loro, stavolta, affermano che la libertà di stampa in Italia sta migliorando. Il nostro Paese risale 25 posizioni, lasciando il 77esimo posto conquistato un anno fa e superando anche il Burkina Faso, che nel 2016 fa aveva attirato l'attenzione del comico. «In Italia c'è una delle informazioni peggiori del mondo occidentale e non solo. Quest'anno per Reporter senza frontiere la stampa italiana è scesa al 77esimo posto, 4 posizioni in meno rispetto all'anno scorso, superata dal Burkina Faso», tuonava Grillo.

Poi ieri la sorpresa: Reporter sans frontières fa risalire l'Italia, come al solito non dice un granché sui motivi della decisione, ma piazza la zampata. Che graffia il comico e brucia.

L'ong scrive che tra i problemi italiani c'è l'effetto di «capi politici come Beppe Grillo che non esitano a diffondere pubblicamente l'identità dei giornalisti che danno loro fastidio», con «un livello di violenza verbale allarmante». Certo, non è il leader comico la causa principale dei guai che aggrovigliano la stampa italiana. Però stavolta è Grillo ad attorcigliarsi su se stesso. Preso nel trip elettorale dimentica quanto detto un anno fa, cerca di essere sarcastico ma non ci riesce: «I Rfs mi ha aperto gli occhi. Io pensavo che fosse perché i partiti politici con la lottizzazione si sono mangiati la Rai piazzando i loro uomini nel management e nei telegiornali e dicendo loro che cosa dire e che cosa non dire». E invece? Ecco l'affondo ironico: «No, la colpa è mia».

Poi butta un occhio a un fastidioso sondaggio, realizzato Emg Acqua e diffuso martedì dal TgLa7. Dice: negli ultimi sette giorni i grillini hanno perso lo 0,6 per cento e scendono al 29,4. Il Pd resterebbe stabile al 26,8. Per Forza Italia il trend migliore: più 0,3 per cento, con il partito di Silvio Berlusconi al 13,2 per cento. Un dato che Grillo non sottovaluta. E infatti, sempre sul tema della libertà di stampa, torna ad attaccare l'ex presidente del consiglio, che «tiene in mano tre televisioni da oltre vent'anni». Solita storia, solito Grillo.

Ora si può anche strizzare un occhio ai giornalisti, i grillini in questo sono magistrali. «Non ce la prendiamo con i giornalisti, ma con i loro editori», ha confidato Danilo Toninelli, deputato Cinque Stelle, uno dotato di senso pratico. «I blogger sono i veri Che Guevara dei nostri giorni», ha rilanciato Carlo Freccero, indicato dai Cinque Stelle nel consiglio d'amministrazione della Rai.

Di tutto e di più: ci sarebbe da impazzire, come quel giornalista di un altro film: Quinto Potere.

È del 1976, questo il leader comico dovrebbe ricordarlo.

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