Cronaca locale

I nomadi tornano a Casal Bruciato, tensione tra CasaPound e antifascisti

La famiglia Omerovic è rientrata nell'alloggio popolare di Casal Bruciato scortata dalla polizia. Volano gli insulti tra Casapound e militanti antifascisti. Uno dei manifestanti alla donna rom: "Ti stupro"

I nomadi tornano a Casal Bruciato, tensione tra CasaPound e antifascisti

Resta alta la tensione nella palazzina di via Sebastiano Satta a Casal Bruciato, periferia Est di Roma, dove da ieri i residenti protestano contro l’arrivo di una famiglia rom, assegnataria di un alloggio popolare nello stabile.

Nel pomeriggio sono volati gli stracci tra un gruppo di militanti antifascisti del sindacato Asia Usb, giunti davanti alla palazzina, e gli attivisti di Casapound, schierati con gli inquilini, mentre i nomadi hanno ripreso possesso, come avevano annunciato, dell’appartamento al secondo piano del condominio di via Satta. La famiglia bosniaca degli Omerovic è tornata nella casa popolare scortata dagli agenti di polizia, che hanno sigillato i due ingressi del comprensorio, quello su via Sebastiano Satta e quello che affaccia su piazza Balsamo Crivelli, e allontanato il gruppo di manifestanti che da stamane presidia il portone della scala B con il supporto dei militanti di estrema destra.

Con il papà Imer e la mamma, è rimasta Violetta, una bambina di due anni, e il figlio più grande della coppia, mentre gli altri bambini sono tornati nel campo de La Barbuta, per paura di essere aggrediti. E in effetti i quattro sono stati accolti da urla e insulti choc. “Ti stupro”, avrebbe addirittura urlato uno dei manifestanti rivolto alla moglie di Omerovic, mentre la famiglia stava varcando la soglia del portone. C’è chi intona l’inno d’Italia e chi canta “buffoni” al gruppo di manifestanti di sinistra, arrivati per dare sostegno ai rom. “Il quartiere non vi vuole”, gridano i militanti di Casapound, mentre dal presidio dell’Usb urlano contro quelli che definiscono “fascisti” e “stupratori di donne italiane”.

A dividere gli schieramenti ci sono i blindati della polizia e gli agenti in tenuta anti sommossa. “Dare la casa popolare ai nomadi e scavalcare gente che è in graduatoria da trent’anni è una mancanza di rispetto”, attacca uno dei residenti, sentito da ilGiornale.it. “Non li vogliamo, state costringendo le persone a convivere con persone sgradite”, hanno commentato gli inquilini del palazzo. E intanto sono scattati i primi fermi. Fabrizio Montanini, coordinatore dei comitati di quartiere del IV municipio, che finora aveva animato il presidio dei residenti, è stato portato via dagli agenti per aver tentato di impedire ai rom di entrare nel palazzo. Ora rischia di essere denunciato per resistenza passiva.

E in serata la sindaca Virginia Raggi ha fatto il punto con prefetto e questore sulla sicurezza nel quartiere popolare.

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