Cronaca locale

Voragini, l'allarme degli esperti: “Roma continua a sprofondare”

L'allarme degli esperti dell’Ispra: "Nei primi 10 mesi del 2018 si sono aperte 136 voragini"

Voragini, l'allarme degli esperti: “Roma continua a sprofondare”

“Roma continua a sprofondare”. A suonare il campanello d’allarme è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che ha censito e mappato il sottosuolo capitolino per 32 kmq.

Il numero medio delle voragini affiorate negli ultimi otto anni, sottolinea il rapporto, ha subito un’impennata. Ed è passato da una media di 16 l’anno (dal 1998 al 2008) a più di 90. Il titolo di annus horribilis sinora lo ha incassato il 2013 con 104 cedimenti. Ma secondo gli esperti, quel primato, è già battuto dall’anno in corso. Nei primi dieci mesi del 2018, infatti, in città sono comparse ben 136 voragini. Nel 2017, invece, si è registrato uno sprondamento ogni 3-4 giorni. Un problema che l’Istituto aveva già segnalato ad aprile, in occasione della presentazione del “Primo Rapporto su rischio alluvioni, frane e cavità sotterranee di Roma”, realizzato in collaborazione con l’Autorità di Distretto Idrografico dell’Italia centrale e Italia Sicura. All’epoca il claim era “Roma sprofonda” e da allora la situazione non appare migliorata.

Ma quali sono le cause? Secondo l’Ispra sono da ricercare nelle numerose cavità presenti nei sotterranei di Roma. Un vero e proprio intrico di gallerie e cunicoli scavati dall’uomo a vario titolo che hanno ottenuto l’effetto di minare la sicurezza dell’al di sopra. Come è successo in quel di piazza Fonteiana, a Monteverde, dove la maldestra costruzione di un parking interrato nei pressi di una falda acquifera, a detta dei residenti, avrebbe comportato il progressivo smottamento del sottosuolo e l’apertura di numerose voragini. Alla fine dei conti, mette in guardia il dossier, le aree esposte a rischio frane, smottamenti, voragini e alluvioni sarebbero ventotto, principalmente localizzare nel quadrante est della Capitale. E tra lavoratori e residenti, le persone potenzialmente coinvolte da fenomeni franosi sono circa 250mila.

Un dato, quest’ultimo, che nel resto d’Europa non ha precedenti.

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