Cultura e Spettacoli

Asia Argento torna a parlare di Weinstein: "Vado fiera di quello che ho fatto"

Asia Argento ha parlato dello scandalo molestie ospite da Piero Chiambretti a "La Repubblica delle donne", su Rete4

Asia Argento torna a parlare di Weinstein: "Vado fiera di quello che ho fatto"

Asia Argento continua a far parlare di sé. Dopo essere stata la paladina (italiana) del #metoo, per denunciare le molestie sessuali, si è trovata da vittima a carnefice, viste le accuse che le ha mosso Jimmy Bennet, che le sono costate anche il posto nella giuria di XFactor. Ora il flirt con Fabrizio Corona.

L'attrice e regista sarà ospite questa sera di Piero Chiambretti, a "La Repubblica delle donne", nella prima serata di Rete4, a partire dalle 21:30. Bene, durante la chiacchierata in studio, la figlia di Dario si è raccontata a tutto tondo, parlando delle vicende che l'hanno colpita, a partire dalla tragedia dell’ex fidanzato suicida Anthony Bourdain.

Asia Argento è tornata a parlare anche di Harvey Weinstein e lo ha fatto così: "Io non ho fatto una denuncia, mi hanno chiamato due giornalisti per chiedermi di questa cosa, che avevo anche raccontato in un film. Alla domanda: 'Ma è vero che Weinstein ti ha stuprata?' ho risposto di sì, e sono fiera di averlo fatto perché è una cosa che ha aiutato tante altre donne. Non potevo immaginare questo tsunami, però è servito: si è fatto un piccolo passetto avanti, su tante altre cose invece un passo indietro…".

Infine, si toglie un bel sassolino (per non dire sassolone) dalle scarpe, in merito alla mancata solidarietà ricevute dalle colleghe: "Non sono state solidali: però le scrittrici, le registe e le sceneggiatrici sì. Le attrici, forse, devono fare un 'upgrade mentale' per liberarsi da queste catene che le vogliono un po’ succubi di un’immagine e di una misoginia interiorizzata. Comunque non gliene voglio, capisco che tutti vogliono starsene seduti sulla loro poltrona. Sappiamo bene però che moltissime di noi, se non tutte, hanno vissuto cose simili e sgradevoli. Non tutte devono avere il coraggio di raccontarle.

Magari lo faranno fra 20 anni e si sentiranno pronte a raccontare…".

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