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Dalila Di Lazzaro si racconta: "Gli abusi, mio figlio e l'amore..."

La bellissima attrice ripercorre la propria vita: dall'inizio della carriera fino al ritiro dopo il decesso del figlio 22enne

Dalila Di Lazzaro si racconta: "Gli abusi, mio figlio e l'amore..."

Dal debutto sulle passerelle, al cinema fino all'addio alle scene dopo la morte del figlio. Dalila Di Lazzaro, oggi 64enne, si racconta in una commovente intervista al Corriere della Sera.

Le violenze sessuali

Se per il grande pubblico è sempre stata una delle più belle attrici italiana, la Di Lazzaro spiega però quali e quanti problemi le ha creato il suo aspetto fisico. "Della mia bellezza non ne ero cosciente. Fin da piccola a Udine mi dicevano: che bella bambina. Mi dava fastidio, ero timida, mai stata esibizionista, mi sentivo gli occhi addosso". All'età di sei anni Dalila vive il primo dramma della sua vita: la violenza sessuale subita dal cugino. "Mia madre, quando lo seppe, reagì ma a me non disse nulla - racconta - Dopo la morte di mia sorella, prima che io nascessi, era diventata un blocco di marmo". E a 17 anni, una nuova violenza: "Ero modella e uno psicopatico mi puntò a una sfilata. Mi diede un appuntamento, una trappola. Alberto Lattuada ne voleva fare un film. Un miliardario brasiliano, che per starmi vicino comprò una tv in Italia, mi saltò addosso. Un vigliacco. Ma io sono un bisonte. Non conosco la vendetta, non riesco ad avere rancore. Ho capito quanto dolore si può sopportare nella vita. Sono stata trattata come un bel vestito da portare, usare, mostrare".

La morte del figlio

Le sofferenze della Di Lazzaro non sono però finite qui. Il momento più doloroso è stato la morte del figlio di appena 22 anni a causa in un incidente stradale. Christian è nato quando Dalila aveva appena 15 anni. "Era bello, alto un metro e 90. Ho scritto una canzone dedicata a lui. Ho conservato una sua camicia chiusa nel cellophane, è incredibile la forza degli odori. Christian mi disegnava cuoricini ovunque: mi capita di rivederli, nella tazza del caffè, sui sassi del mare, riflessi in sala operatoria…".

L'idea del suicidio

Due gravissimi incidenti hanno poi segnato l'esistenza dell'attrice: uno in scooter e l'altro in piscina. "Convivo col dolore cronico al trapezio che si inserisce nella spina dorsale. Non viene riconosciuto dalle assicurazioni. Sono stata costretta al letto. All'epoca del dolore fisico straziante ho pensato di togliermi la vita. Un ingegnere aveva congegnato un macchinario per togliere la neuropatia, fu boicottato dagli ospedali. Dal '97 ho speso 750 mila euro in cure mediche, me ne hanno rimborsati 1500. Non sono stata creduta, come se la bellezza non potesse soffrire. Poverina, è esaurita per il figlio, dicevano i medici".

Gli amori

La vita di Dalila è stata segnata anche da molti amori famosi. Da Robert De Niro a Richard Gere, dal tennista Yannick Noah ad Alain Delon. "Era preso da me, non successe nulla. Bellissimo, ma non sai se d'improvviso ti graffia. Mi turbava, una tensione continua". E poi Jack Nicholson: "Lo accompagnai al Festival di Venezia. Era accompagnato da una corte pazza, amici travestiti da vescovi e chef. Prese due suite adiacenti. Perché non vieni a dormire da me? Aveva le pantofole leopardate e il pigiama a righe, se lo allargò sul ventre e cominciò a parlare col suo membro. Lui è attratto da te, mi diceva. Ero stanca, non sapevo come dire no. Esclamai: bandiera rossa, intendevo che avevo il ciclo, una bugia. Dormimmo abbracciati stretti stretti. Il giorno dopo mi dispiacque, avrei voluto farlo". E aggiunge: "Mi sono divertita, nei locali ero elettrica, una ballerina, avevo l'ansia di non perdere tempo. Ora sono il contrario. C'è una mia parte spirituale sconosciuta, nove anni senza mai alzarsi dal letto ti cambiano lo sguardo sul mondo. L'ho vissuta, quella vita. Non rinnego nulla". Dalila Di Lazzaro conclude la sua intervista al Corriere parlando della sua attuale vita amorosa: "Non sono mai stata sentimentalmente cinque minuti sola nella mia vita.

Oggi ho un compagno, ha un lavoro normale, è un po' più grande di me, stiamo bene ma non potrei convivere, arrivo a un punto della giornata che devo starmene da sola".

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