Cultura e Spettacoli

L'anti-tormentone di Bennato nato dopo un selfie con Salvini

Dopo la foto il cantautore è stato «massacrato» sui social Così ci ha scritto un brano. Che ora vola alto in radio

L'anti-tormentone di Bennato nato dopo un selfie con Salvini

Di tormentoni, si sa, Edoardo Bennato ne ha lanciati tanti. Stavolta si è inventato l'anti-tormentone e ha centrato il bersaglio: Ho fatto un selfie è il brano che nell'ultima settimana ha scalato la classifica radiofonica più velocemente, 15 posizioni. E sta avendo successo non soltanto lì perché, tanto per dire, persino al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini è stato accolto come un divo, quasi a confermare il bisogno di ascoltare suoni diversi rispetto alla uniformità del pop. Non a caso, Ho fatto un selfie è un rock'n'roll che, nel video autodiretto, canta e suona con chitarra, armonica e tamburello a pedale si dimostra totalmente diverso da ciò che si ascolta in questi mesi. E poi c'è «l'argomento» del brano, che è attualissimo, ossia il selfie. Qualche mese fa, dopo un concerto, Bennato ha fatto un selfie con Matteo Salvini e, apriti cielo!, è scattata la «ribellione». Complice qualche precedente dichiarazione apparentemente filo leghista, le tricoteuses dei social lo hanno preso di mira manco avesse rapinato una banca. In pratica, la scintilla perfetta per questo «pazzaglione», come si definisce lui, che ha sempre preso di mira tutti i luoghi comuni. «Ho fatto un selfie con diavoli e santi, ho fatto un selfie con belli e brutti» canta prima di spiegare che, vista la violenza delle accuse sui social, anche il fratello Eugenio gli ha consigliato di scrivere un brano alla sua maniera. Detto fatto.

«Mi diverto a ironizzare su me stesso e ciò che mi circonda - spiega - e questa era l'occasione giusta per ridicolizzare anche stavolta i moralisti da strapazzo. Ogni giorno scatto tanti selfie e, quando è venuto Salvini da me in camerino, c'erano anche il ministro Bonisoli, Marco Giallini e Sigfrido Ranucci di Report». E quindi: «Ho fatto un selfie Robert De Niro, con Martion Scorsese, con Lino Banfi, Ficarra e Picone» per continuare con Bertinotti, Lilli Gruber, Graziano Del Rio, Marco Travaglio, Johnny Stecchino, Barbara D'Urso e anche «con un certo Salvini a un concerto di Edoardo Bennato». Tac.

«Con il selfie c'è da stare attenti perché non sempre lo si può accordare senza richiedere i documenti, voce del verbo discriminare», ha scritto nel testo questo artista che è stato il primo italiano a riempire San Siro (pochi giorni dopo Bob Marley nel 1980) ed è rimasto sempre graffiante, irriverente, spesso frontale sin da quando a Civitanova Marche nel 1975 ha ricevuto, come dice lui, la patente di cantautore suonando davanti «all'intellighenzia sinistramente di sinistra». Da allora, non sono state più soltanto canzonette. «Con i miei selfie ho commesso un reato, ma non sono certo di esser dipartito», canta stavolta con quell'ironia pungente che tutti gli riconoscono. Tra l'altro, quando si dice la coincidenza, Ho fatto un selfie è uscito il 9 agosto, ossia il giorno dopo che Salvini ha aperto la crisi di governo. Ma Salvini si è fatto sentire? «Assolutamente no, e non ho sentito neanche Renzi, neanche Di Maio, neanche il Grillo parlante o il Gatto e la Volpe», scherza giocando con il titolo di un suo brano del 1977.

«È un'Italia collodiana», riassume mentre corre in auto verso un altro concerto e, a 73 anni compiuti, festeggia l'anti-tormentone di questa estate.

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