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Un'Italia «rosa» lancia in Europa l'operazione Rio

È un'Italia extralarge quella che si presenterà ai prossimi Europei di Zurigo (12-17 agosto), presentata all'Arena di Milano. Sono 79 i convocati: un mix tra esperienza e gioventù, il 50 per cento sono under 25. Più uomini, 45, che donne, 34, in una nazionale multietnica (15 atleti con origini straniere) e a vocazione femminile per ambizioni. Il presidente della Fidal, Alfio Giomi, fissa l'obiettivo: «Questo è un punto di partenza, dobbiamo dimostrare che l'atletica italiana è viva e confermare che abbiamo lavorato nella maniera giusta». Non si sbilancia sulle medaglie, ma l'obiettivo è crescere pensando a Rio 2016 «i giovani devono fare bene, i veterani qualcosa in più». Quindi le speranze da medaglia vanno da Libania Grenot, primatista stagionale europea dei 400, alle maratonete Incerti e Straneo. E poi la marcia della milanese Eleonora Anna Giorgi, primatista italiana. La sorpresa può essere Federica Del Buono, 19enne rivelazione nei 1500. Tra gli uomini si guarda oltre la vecchia guardia guidata da capitan Vizzoni, con i maratoneti e i triplisti (ok gli esami per Greco).
È lo spirito che vuole il Ct Massimo Magnani che aspetta Andrew Howe. L'ultima chiamata al meeting di Pergine: «È un azzardo calcolato perché è un talento. Ha grandi motivazioni». È il primo esame dopo il flop di Londra 2012, Magnani lo sa bene: «Questa nazionale nasce dopo un grande lavoro di selezione. Questi Europei e i prossimi Mondiali servono per collaudare atleti in grado di stare sul palcoscenico di Rio 2016. Vogliamo arrivarci con una squadra ampia e particolarmente qualificata». Alla ricerca della qualità anche attraverso il grande lavoro dei tecnici che nell'ultimo anno sono «usciti dal proprio giardino» per confrontarsi a livello internazionale. Gli atleti gradiscono il nuovo corso, Magnani indica il traguardo: «Mi aspetto primati personali». Le medaglie saranno una conseguenza. E la Grenot carica: «Gruppo unito. Non ci resta che correre».

E salire sul podio perché per Giomi «una sola medaglia sarebbe un dramma».

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