Reflusso gastroesofageo, quali sono i sintomi e le cure
24 Febbraio 2020 - 16:44La terapia si basa sulla somministrazione di determinati farmaci e sulla modifica dello stile di vita
Con il termine reflusso gastroesofageo si intende la risalita di contenuto acido nell'esofago, ovvero il canale che collega la bocca con lo stomaco. Quest'ultimo, nell'atto dell'alimentazione, riesce a far progredire il cibo deglutito verso il basso grazie alla forza di gravità e ad una serie di movimenti ritmici. Il passaggio del bolo è regolato dallo sfintere esofageo inferiore. Si tratta di una specie di valvola muscolare che, aprendosi, consente il transito del cibo e chiudendosi, invece, impedisce la risalita verso l'alto dei succhi gastrici. Il disturbo da reflusso si presenta nel momento in cui lo sfintere si rilascia nel momento non opportuno e tale condizione diventa patologica se si verifica troppo spesso o se il contenuto gastrico è eccessivamente acido.
Come già detto la causa principale del reflusso gastroesofageo è l'alterata funzionalità dell'omonimo sfintere. Un altro fattore determinante è senza dubbio il rallentato svuotamento gastrico. Il cibo, una volta triturato e amalgamato con la saliva, giunge nello stomaco e qui può rimanere per tempi più o meno lunghi. Tanto maggiore è la sua permanenza gastrica, tanto più importanti sono le probabilità che si verifichi il disturbo. Questo, inoltre, può essere determinato anche da alterazioni salivari. Altri fattori responsabili sono: la gravidanza (il feto comprime lo stomaco e facilita la risalita di acido), l'obesità, il fumo di sigaretta e l'ernia iatale, specie se di grosse dimensioni. Ansia e stress, poi, acuiscono la sintomatologia.
Le manifestazioni tipiche del reflusso gastroesofageo comprendono bruciore retrosternale (pirosi), rigurgito e percezione di risalita di materiale acido lungo l'esofago. In alcuni soggetti, nella fase acuta, può verificarsi uno spasmo esofageo. Tale contrazione involontaria provoca a sua volta un dolore retrosternale simile a quello dell'angina pectoris. L'algia, associata spesso a pasti abbondanti, peggiora con gli sforzi e con la posizione supina e si accompagna a disfagia. Si verificano altresì sintomi atipici con localizzazione extraesofagea in grado di colpire gola e apparato respiratorio. Il soggetto accuserà, dunque, raucedine, disfonia, asma, tosse cronica, laringiti e faringiti.
La cura del reflusso gastroesofageo si basa sulla terapia farmacologica e sull'adozione o correzione dello stile di vita. Tre sono le classi di farmaci maggiormente impiegate. Innanzitutto i procinetici che accellerano il tempo di svuotamento dello stomaco. Ancora i protettori della mucosa esofagea. Non ultimi gli inibitori della pompa protonica e gli antagonisti dei recettori H2. Per ottenere un miglioramento del quadro clinico è fondamentale, infine, apportare una serie di modifiche alla propria routine giornaliera:
- Non indossare vestiti stretti;
- Innalzare di 20-25 centimetri la testiera del letto;
- Evitare il consumo di alcol e di fumo;
- Moderare il consumo di cibi quali: cioccolata, caffè, tè, menta, agrumi, cipolle, pomodori;
- Ridurre i grassi e i fritti;
- Non stendersi a letto subito dopo aver mangiato.