Elezioni Comunali 2016

Berlusconi resta convinto: solo io posso unire i moderati

Faccia a faccia tra l'ex premier e Marchini prima di tornare ai seggi dopo il periodo di interdizione. Il mantra del Cav: divisi non si vince

Berlusconi resta convinto: solo io posso unire i moderati

Come sempre Berlusconi non commenta a caldo i risultati elettorale, specie se basati soltanto sugli exit poll. Parlerà oggi, dopo aver fatto il punto con i suoi e dopo aver analizzato a mente fredda il responso delle urne. Ciò che è certo è che per il Cavaliere la vera partita è quella che si giocherà in autunno: «È il referendum sulle riforme la vera partita da vincere», ripete l'ex premier consapevole che le amministrative sono sempre duelli a sé. In ogni caso Berlusconi è tornato al voto dopo il periodo d'interdizione. E lo ha fatto a Roma dove l'ex premier ha trasferito la residenza. S'è presentato al seggio verso le dieci, dopo l'ultimo faccia a faccia con Marchini. Un rapporto, quello con il candidato sindaco «civico» che è andato consolidandosi giorno dopo giorno. L'ex premier non ha lesinato gli elogi all'imprenditore: «Ho apprezzato e apprezzo la tua generosità, Alfio. Forza». Sottinteso: se gli alleati storici della Lega e di Fratelli d'Italia fossero stati altrettanto generosi, probabilmente la vittoria sarebbe stata quasi certa. Tuttavia l'ottimismo di Berlusconi non viene scalfito. Sembra in forma, il Cavaliere, quando si presenta al seggio del liceo classico Visconti, in piazza del Collegio Romano, a due passi da palazzo Grazioli. Show davanti alle telecamere che lo immortalano assieme a Francesca Pascale. Appena si muove è bagno di folla e dei sostenitori lo accerchiano: «Per chi votiamo oggi, ragazzi? Per la Raggi? - scherza - È carina, no? Poi del Comune sa tutto. Ha fatto anche l'avvocato matrimonialista... O per Giachetti, che era un radicale?». Poi scuote il capo: «Questi non saprebbero nemmeno da che parte si comincia. E, se per caso vengono fuori loro, bisogna dire che i romani hanno votato senza coscienza. Bisogna votare per competenza, non per simpatia partitica».

C'è spazio pure per una battuta carica di rammarico alla domanda «Che effetto le fa tornare a votare?»: «Discorso troppo lungo», dice all'inzio. Poi confessa: «Direi che la mia resistenza a 73 processi in 22 anni, definirla eroica è anche poco. Ma un giorno o l'altro tutta le verità verrà fuori. E tutti i colpi di Stato messi in campo entreranno nella storia e nella consapevolezza degli italiani». Poi, spaghetti al pomodoro al ristorante Al Pantheon con la compagna Francesca Pascale, Deborah Bergamini, Maria Rosaria Rossi, il senatore Antonio D'Alì e le candidate azzurre Antonia Postorivo e Maria Tripodi.

Quindi il volo verso Arcore dove il Cavaliere ha seguito fino a notte fonda le maratone elettorali. Oltre alla sfida al Pd di Renzi i risultati sono da pesare anche in funzione del futuro dell'alleanza di centrodestra. Ovvio che il caso di Milano dà un segnale chiaro a tutti che Berlusconi ripete sempre: «Uniti si vince, il modello è quello». E fin qui sono tutti d'accordo. Il problema è che nelle prossime ore, tra gli alleati, ci si rimpallerà la responsabilità delle divisioni del centrodestra e si conteranno i voti di lista (soprattutto tra Forza Italia e Lega) per capire chi avrà in futuro il timone dell'alleanza. Un derby tutto interno che appassiona più i colonnelli azzurri che il leader, convinto che il suo ruolo di federatore non sarà intaccato ma soprattutto che soltanto un centrodestra moderato - in questo caso con il volto di Parisi - è l'unico schema vincente.

Naturalmente, però, c'è un'altra mina sul percorso dell'alleanza: che fare se il Movimento 5 Stelle cresce pericolosamente? E c'è già qualcuno che, anche tra gli azzurri, suggerisce un'alleanza con il Pd: una sorta di male minore.

Ma in questo caso si prevedono altre scosse telluriche con gli alleati storici.

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