Cronache

Caso Morganti, terzo fermo ​"Partecipò a quel pestaggio"

Ufficializzato il decreto nei confronti di Michel Fortuna. "C'era pericolo di fuga"

Caso Morganti, terzo fermo ​"Partecipò a quel pestaggio"

Alatri, arriva il terzo fermo relativo al caso Morganti. Dopo quelli avvenuti nei confronti di Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, in serata è stato ufficializzato il decreto nei confronti di Michel Fortuna, soggetto che sarebbe nato nel 93'. L'atto - si legge nella nota firmata dal capo della procura di Frosinone, Giuseppe De Falco- "si è reso necessario alla luce della rilevantissima pericolosità desumibile dal comportamento gravissimo posto in essere, in ragione del concreto pericolo che il fermato potesse darsi alla fuga nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove dichiarative, riferibile sia al materiale probatorio già raccolto che all'evoluzione delle investigazioni, che proseguono ancora con il massimo impegno". Michel Fortuna, è quindi indagato assieme ad altre sette persone, per la morte di Emanuele Morganti. "A carico del Fortuna - si legge nella stessa nota - al pari di quanto già evidenziato nei confronti degli altri due soggetti sottoposti a fermo nei giorni scorsi, sono emersi, nel corso di articolata e complessa attività investigativa espletata dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Frosinone e diretta dai Pubblici Ministeri assegnatari dell'inchiesta, gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto".

Un quadro che si infittisce, dunque, quello dell'uccisione di Emanuele Morganti, che a questo punto vede coinvolti cittadini residenti ad Alatri, ma anche un nominativo ascrivibile alla città di Frosinone. Già durante la settimana scorsa, peraltro, si era ipotizzato un quadro che allargasse l'ipotesi della rissa di branco ad un vero e proprio coinvolgimento della criminalità organizzata. Una vera e propria ombra delle faide in cui Morganti sarebbe innocentemente e tristemente finito coinvolto. Michel Fortuna, inoltre, sembrava essere irreperibile sino al fermo avvenuto oggi pomeriggio, evento che pare essere accaduto a Frosinone, nella casa di un parente del ragazzo.

"La volontà non è quella di uccidere Emanuele bensì di impartire una lezione pesante a un gruppo rivale. Ma la situazione sfugge di mano. E quel ragazzo finisce sotto terra. Beghe di paese? Un diverbio? Sono le prime ipotesi. Poi quella fotografia nitida, almeno sotto il profilo della lite iniziale, comincia pian piano a sbiadirsi sempre più. E non solo nella parte centrale. A non essere chiari diventano, ora dopo ora, soprattutto i contorni. Tanto che l'omicidio, importante sotto il profilo penale e da condannare senza sconti, resta solo l'epilogo di una storia intrisa di droga. Magari non direttamente legata a chi finisce al creatore ma a qualche amicizia un po' sbandata", si legge in questo pezzo. Una delle ipotesi in campo attualmente, insomma, sarebbe quella per cui Emanuele sarebbe finito in mezzo ad una storia non sua, forse scambiato per un altro, qualcuno che potrebbe aver conosciuto i presunti esecutori di un omicidio.

Una vicenda priva ancora di molte risposte chiare e definitive, ma della quale la cittadinanza intera di Alatri, ma ora anche tutto il territorio provinciale, pretende di sapere con certezza le responsabilità giudiziarie nel più breve tempo possibile.

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