Cronache

Braccio di ferro con le finanziarie per ridurre il debito

L'avvocato Giampiero de Donato ha assistito il ludopatico intervistato dal Giornale.it. Ci racconta la difficile trattativa con le società finanziarie per limare la massa debitoria del proprio assistito. E la nomina di un amministratore di sostegno

L'avvocato Giampiero de Donato
L'avvocato Giampiero de Donato

Schiacciato dai debiti Giovanni, il ludopatico la cui storia abbiamo raccontato sul Giornale.it, non sapendo come muoversi e per evitare di mettersi ancor più nei guai, magari chiedendo prestiti agli usurai, si è rivolto a un avvocato, Giampiero de Donato (Strumenti Legali per il business). Lo abbiamo intervistato per cercare di capire come si è mosso per aiutare quest'uomo in grave difficoltà.

Avvocato, com'è venuto in contatto con il signor Giovanni?

Mi ha contattato lui lamentando un problema di sovraindebitamento nei confronti di privati e società finanziarie.

Non le ha detto, quindi, il suo problema?

No, ma dopo poco abbiamo capito che la ragione di questa sua grande esposizione debitoria era la compulsività nel gioco d'azzardo.

Cosa avete fatto?

La prima indicazione che ho dato al signor Giovanni è stata questa: torni in studio da me accompagnato dai suoi familiari.

E dopo?

Abbiamo cercato di costruire intorno a lui un clima di collaborazione, di consapevolezza e di coscienza del problema come malattia. Il passaggio successivo è stata l'individuazione dello strumento giuridico dell'amministratore di sostegno.

Vale a dire?

Il signor Giovanni, tramite noi, ha richiesto al tribunale la nomina di un amministratore che gestisca il suo patrimonio oltre quel minimo quantitativo di denaro che può spendere in autonomia per le spese ordinarie. Così evita di sperperare tutti i suoi soldi e di rovinarsi ulteriormente la vita. La persona individuata è la figlia del nostro assistito.

Poi vi siete rivolti ai creditori. Quali risposte avete ottenuto?

Nel curare l'esposizione debitoria di questa persona abbiamo capito quanto poco sia conosciuto e riconosciuto il problema del gioco d'azzardo patologico.

Perché afferma questo?

Alcune società finanziarie, adeguatamente informate del problema di questa persona, con tutta la documentazione del caso (quella medica e quella del tribunale), hanno accettato di definire la situazione debitoria con stralci fino al 60% dell'intero valore. Mentre altre, una in particolare, che definirei leader in Italia, non ha sentito ragioni. Dopo aver posto mille problemi alla fine ha accettato di definire all'80%, con un impatto sulla situazione patrimoniale familiare non indifferente.

Nel fare il suo lavoro lei si è trovato ad affrontare un grave problema sociale, oltre che personale. Che consiglio si sente di dare ai suoi colleghi che dovessro occuparsi di un caso simile?

Un legale che intenda assistere una persona con questo problema deve focalizzarsi soprattutto su una cosa: si tratta di un disturbo non solo di un “normale” sovraindebitamento.

Il passo immediatamente successivo è quello di ricercare, all'interno del suo nucleo familiare o della sua cerchia di amici, dei sostegni, perché non è un problema dal quale si può uscire da soli.

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