Cronache

Caso Orlandi, il perito: "Stanza in cemento sotto una tomba"

Sotto una delle due tombe aperte è stata trovata una "stanza con una struttura in cemento armato e abbastanza recente, non compatibile con una sepoltura dell'Ottocento"

Caso Orlandi, il perito: "Stanza in cemento sotto una tomba"

L'apertura delle due tombe nel cimitero Teutonico per fare luce sul caso di Emanuela Orlandi, scomparsa nel giugno del 1983, ha dato esito negativo: non sono stati trovati "né resti umani, né urne funerarie". "Tutto mi aspettavo tranne che trovare tombe vuote", ha subito dichiarato il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, al termine delle operazioni di apertura.

Oltre alla mancanza di resti umani, quello che colpisce di più è la presenza di una stanza in cemento armato sotto una delle due tombe. "Sotto una delle due tombe analizzate c'era la stanza e siamo scesi per andare a fare delle verifiche", ha spiegato l'avvocato della famiglia, Laura Sgrò. Tutto lascia pensare "che si tratti di un ambiente abbastanza recente e di certo incompatibile con una sepoltura dell'Ottocento", ha sottolinenato il perito di parte, Giorgio Portera.

"C'è una stanza con una struttura in cemento armato e abbastanza recente - ha continuato il perito - assolutamente non compatibile con una sepoltura dell'Ottocento: questo è un dato oggettivo". La ristrutturazione del vano sotterraneo, circa 4 metri per 3,70, sotto la tomba della principessa Sophie von Hohenlohe "non era di 200 anni fa", ha dichiarato Pietro Orlandi spiegando che oltre a parti più antiche, vi erano pareti in cemento e non in calce.

"Pur essendo in un altro Stato mi sembra strano che non vi sia qualche documento che ci dica se lì c'era un corpo o se si trattava di una sepoltura in ricordo della principessa - ha affermato il perito -. Ci deve essere un documento o un incartamento ed è doveroso che venga condiviso anche con la famiglia Orlandi. Se non ci sono le bare è difficile dire se sia stato traslato qualcosa".

"È vergognoso che dopo 36 anni o per omertà, o per paura, o per utilità personale, chi sa, perché c'è chi è vivo e sa, non metta a disposizione degli inquirenti le proprie informazioni per dare finalmente giustizia ad Emanuela", ha tuonato il legale, Laura Sgrò. "Emanuela deve essere trovata e la risposta deve essere data non solo alla famiglia ma anche allo Stato italiano. Perché è una scomparsa legata a troppe vicende oscure di questo Paese.

Chi sa qualcosa ci aiuti".

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