Cronache

Caso Regeni, svolta di Roma: indagati sette agenti egiziani

I pm iscrivono nel registro sette membri dei servizi segreti del Cairo

Caso Regeni, svolta di Roma: indagati sette agenti egiziani

A quasi tre anni dalla morte di Giulio Regeni, la procura di Roma decide di indagare dei cittadini egiziani.

È la svolta decisa dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal pm Sergio Colaiocco sulla base di indagini tecniche su tabulati telefonici. Al cambio di passo nelle indagini si affianca quello nei rapporti diplomatici: sempre oggi il presidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato che "la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo".

Nel registro delle autorità giudiziare italiane finiscono dunque sette uomini, tutti membri dei servizi segreti del paese nordafricano, che hanno monitorato i movimenti di Giulio Regeni dal dicembre 2015 fino al 25 gennaio 2016, data della scomparsa del 28enne ricercatore friulano. Il cadavere di Regeni fu poi ritrovato il 3 febbraio lungo la strada che collega Il Cairo ad Alessandria d'Egitto.

Gli esiti degli approfondimenti erano stati portati a conoscenza delle autorità egiziane da almeno un anno così come i nomi degli 007 che gli inquirenti romani intendono mettere sotto indagine. La Procura procederà formalmente alla loro iscrizione all'inizio della prossima settimana con l'accusa di sequestro di persona.

L'accelerazione nell'inchiesta da parte dei magistrati italiani è arrivata dopo il decimo incontro al Cairo tra la delegazione italiana e i colleghi egiziani, che si è svolto il 28 novembre. Le indagini sui tabulati telefonici hanno rivelato anche che i sette agenti ebbero contatti con gli ufficiali della National Security egiziana coinvolti nella sparatoria con la presunta banda di criminali uccisi il 24 marzo 2016, a cui Il Cairo attribuì inizialmente l'omicidio (in casa di uno dei banditi vennero trovati i documenti di Regeni).

Sulla vicenda Regeni è arrivato in mattinata anche il commento del vicepremier Matteo Salvini: "Il governo con tutti i suoi esponenti e anche il Parlamento con tutti i suoi esponenti, di maggioranza e opposizione, stanno facendo il massimo.

E poi governiamo in Italia purtroppo, e non in Egitto", ha detto il leader della Lega.

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