Cronache

Le priorità di Sel e M5S: "l'ispezione" e la marcia coi No Tav

L'Italia aspetta un governo, ma grillini e vendoliani se ne vanno in Val Susa: "Lunedì chiederemo un commissione d'inchiesta". Ora che farà Bersani?

Scibona in visita al cantiere Tav
Scibona in visita al cantiere Tav

Mentre l'Italia cerca un premier capace di fronteggiare la crisi e spingere il Paese a crescere, la compagine grillina ha ben altre priorità, ammaliata com'è dalla teoria della decrescita felice e dal mito di una moderna Arcadia. È partita sotto la pioggia "l'ispezione" al cantiere No Tav da parte dei parlamentari M5S e Sel. Ed è partita tra le polemiche della vigilia: un progetto voluto e finanziato anche dallo Stato viene contestato da chi di uno degli organi principali dello Stato - il Parlamento, appunto - fa parte.

"È solo una visita", ha tenuto a sottolineare ieri sera il neo presidente del Senato, Pietro Grasso, temendo che l'iniziativa possa passare per un controllo "istituzionale". Un richiamo che non ha di certo fermato grillini e vendoliani, che sono arrivati questa mattina a Chiomonte in Val di Susa. Altro che legge elettorale e riforme costituzionali: la prima mossa del M5S in Parlamento sarà chiedere già lunedì una commissione d'inchiesta sulla Tav, come ha annunciato il senatore Marco Scibona, tra i primi a varcare la recinzione.

L'intento è chiaro: "Speriamo di riuscire a fermare quest’opera", ha detto Vito Crimi salutando Marco Rettighieri, direttore generale Ltf, "Ho visto una devastazione enorme per un’opera inutile. Lo stato dei lavori non è così avanzato per non poter bloccare l’opera. Penali? Andiamole a vedere...". E ribadisce: "Sicuramente una delle prime cose da fare sarà una commissione d’inchiesta su tutto lo svolgimento del cantiere Tav, sugli abusi che sono stati fatti, sulla violazione delle normative, sull’uso della forza contro i manifestanti".

Con senatori e deputati c'era anche Alberto Perino. "Come vedete è una militarizzazione senza senso", ha detto il leader del movimento Notav, "Questo non è un cantiere, è un fortino. È una vergogna". Poi, mostrando l'area archeologica, ha aggiunto: "Anche questa è una vergogna. L’hanno trasformata in un parcheggio".

Tra i parlamentari a sorpresa c'è anche Stefano Esposito (Pd): "Sono venuto qui per verificare l’avanzamento dei lavori. Ogni metro scavato in più è un successo", ha detto, "Dopo la lettera di Grasso e l’intervento della Boldrini a loro ispezione ad un sito militare si è trasformata in una visita ad un cantiere. Se vogliono possono presentare una mozione in Parlamento, ma se poi non viene approvata dovranno attenersi a quanto stabilito. Se non lo faranno loro sarò io a presentare una mozione e vedremo se il Parlamento ha cambiato idea". Laura Puppato, senatrice PD, era invece a Bussoleno per il convegno organizzato dai sindaci No Tav. "Sono venuta qui, ma non per manifestare: aggiungerei sale sulle ferite", ha precisato, sostenendo che la Tav, così come il Ponte sullo Stretto, non è una priorità del Paese.

Nel pomeriggio, invece, è partita la manifestazione ufficiale. Una marcia che ha preso il via da Susa verso Bussoleno il cantiere di Chiomonte e alla quale partecipano abitanti della zona e dimostranti da tutta Italia, oltre ai parlamentari M5S e Sel e ai rappresentanti di Rivoluzione civile. Migliaia le persone che hanno preso parte al corteo. In testa ci sono bambini e le loro mamme, che reggono lo striscione verde Più trenini meno trenoni. "I numeri parlano da soli", dichiara Lele Rizzo, tra i leader della protesta, "Siamo 80mila, a livello forse superiore alla manifestazione di febbraio dell’anno scorso. I numeri legittimano anche le azioni del movimento al cantiere.

Il programma del movimento no Tav è chiaro: quest’opera va fermata".

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