Cronache

Roma, la Asl costringe i presidi alla caccia ai topi a scuola

L'emergenza rifiuti spinge i topi nelle scuole. E la Asl chiede ai presidi di dare la caccia ai roditori tra i banchi e nei cortili

Roma, la Asl costringe i presidi alla caccia ai topi a scuola

Dopo quello sui rifiuti, ora a Roma scatta pure l'allarme topi nelle scuole. Due emergenze strettamente collegate tra loro, come sottoline una lettera che la Asl di Roma 2 ha inviato più di un mese fa agli istituti di sei Municipi di Roma.

L'immondizia non ritirata e accatastata nei cassonetti rischia infatti di attirare colonie di roditori pronti a colonizzare le scuole della Capitale. Così - racconta il Messaggero - i presidi saranno costretti a imbracciare le ramazze, formare una squadra operativa e dare la caccia ai topi.

"Anche all'interno e nelle adiacenze degli istituti scolastici possono determinarsi condizioni che favoriscono la presenza delle specie murine", spiega la lettera inviata anche al Campidoglio e cui si lancia l'allarme per il pericolo di malattie, come leptospirosi e toxoplasmosi, "L'eradicazione delle specie murine continua la direzione dell'Asl Rm2 è impossibile".

Cosi toccherà ai dirigenti "organizzare periodiche ricognizioni dei locali scolastici e delle loro adiacenze, per individuare tutte le condizioni strutturali che possono favorire l'accesso e l'insediamento delle diverse specie". In altre parole, i presidi dovranno ispezionare classi, corridoi e ogni fessura in cui si possa nascondere qualcosa. Ma anche i cortili e le piante che possono dare ad esempio rifugio al ratto nero. Già, perché la Asl dà anche tutte le indicazioni per aiutare le scuole a stanare i diversi tipi di roditori, dalle abitudini di ogni specie ai segni di infestazione, anfinché ogni emergenza possa essere segnalata il prima possibile.

E ogni inadempienza o mancato controllo da parte dei dirigenti comporterà "sanzioni e provvedimenti".

"In un primo momento abbiamo creduto che si trattasse di una sorta di scherzo", dice al Messaggero, Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma e Lazio, "I dirigenti conoscono bene le attività previste dalle norme sulla sicurezza e l'igiene, conoscono i provvedimenti a cui potrebbero andare incontro in caso di inadempienza, ma vorrebbero che ci fosse anzitutto una efficace collaborazione con gli enti territoriali cui spetta la maggior parte delle incombenze prospettate nella missiva".

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