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"Il lavoro non è un diritto, va guadagnato" Roma è sotto assedio per la Fornero

Intervista del ministro del Welfare al Wall Street Journal: "L’attitudine della gente deve cambiare; il lavoro non è un diritto, va guadagnato, anche con il sacrificio". E scoppia subito la polemica: barricate della sinistra e dei sindacati in una Roma blindata. Il clima è davvero teso: cronaca di una giornata di contestazioni e scontri (verbali)

"Il lavoro non è un diritto, va guadagnato" Roma è sotto assedio per la Fornero

Blindati, guardia di finanza, polizia, carabinieri, lo spiegamento è al top: oggi a Roma si parla di famiglia e lavoro. A viale Manzoni, infatti, è in corso la seconda giornata degli "Stati generali del sociale, Fare comunità a Roma" e tra gli oratori c’è anche Elsa Fornero. Il clima è teso, davvero teso. Complici anche le dichiarazioni del ministro del Welfare al Wall Street Journal: "L’attitudine della gente deve cambiare; il lavoro non è un diritto, va guadagnato, anche con il sacrificio". Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie il centrosinistra e i sindacati. 

La zona è offlimits, la città paralizzata dal traffico e i manifestanti che contestano il ministro sono tenuti a distanza dall'auditorium Antoniano. "Si parla di città - spiega uno di loro ai nostri microfoni - si parla di famiglia e poi ci si fa difendere da un apparato di sicurezza di questa natura. Non solo non si accetta che magari in città qualcuno possa non essere d'accordo e contestare quello che stanno affrontando in quella sede ma non gli si consente neanche di manifestare. Ieri sono state denunciate persone che hanno provato ad entrare con tranquillità per fare volantinaggio. Oggi siamo pochi ma proveremo comunque a sfondare la barriera e portare la nostra voce all'auditorium. Se non dovessimo riuscirci lasceremo delle uova come simbolo della frittata che con questa riforma stanno facendo".

Il clima è molto teso e anche per noi giornalisti: l’accesso non è affatto scontato. Supero il primo blocco della Guardia di Finanza, prendo la telecamera e faccio qualche ripresa per provare a carpire quell’atmosfera surreale. È a quel punto che un responsabile delle forze dell’ordine in abiti civili mi "invita" per così dire ad andarmene. "Chiuda la telecamera e si allontani". Ovviamente io non ci penso proprio e esibisco il mio tesserino stampa spiegando che sono lì per lavorare. Serve a poco. Vengo invitata a seguire altri tre uomini delle forze dell’ordine e sottoposta ad ulteriori controlli. Esibisco carta di identità, apro ogni singola tasca della borsa della telecamera ma non sono ancora convinti. A quel punto la donna che mi sta perquisendo trova in fondo alla mia borsa personale la mia patente sfusa e con un fare zelante afferma: "Guarda la donna nella foto non è lei". Mi riprendo la patente e le spiego che ho fretta, che un cambio di taglio di capelli non mi farà certo perdere l’intervento del ministro che potrebbe iniziare da un momento all’altro. E in effetti poco dopo la Fornero prende il microfono. Le sue parole su lavoro, pensioni e disabilità vengono accolte da applausi, ma anche da qualche interruzione. Il ministro la prende alla larga. Parla di Europa, sottolineando che bisogna "salvare l'euro e il modello europeo di welfare e di solidarietà", poi difende la sua riforma e afferma che la società deve prendersi carico dei rischi della disoccupazione e del pensionamento. La sua riforma, rivendica, va contro un "cattivo utilizzo della grande assicurazione sociale che è la pensione", quello cioè che "incoraggia ad uscire dal lavoro troppo presto, dopo i 50 anni". È a quel punto che dalla platea si leva una voce: "Fornero – dice una donna - secondo lei dovrei lavorare fino a 67 anni?". Il ministro non si scompone e replica che non è così, "ma possiamo parlarne, io non mi sottraggo mai al confronto". Ma è sulla disabilità e le possibili modifiche al sistema Isee che la sala si scalda. "La spada di Damocle l'abbiamo disinnescata - afferma la Fornero - il taglio alle politiche sociali non lo applicheremo. Noi abbiamo risorse limitate ma non accetterò che siano ulteriormente ridotte. Questo è un punto fermo".

Punto fermo che però non convince il vicesindaco di Roma ed assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso. "Il ministro Fornero è stata coraggiosa a venire qui in una condizione critica – afferma Belviso - ma sono molto delusa dalle sue parole. Forse non le è chiaro che noi rischiamo di fermare l'assistenza a 25.000 persone se non si ripristinano le risorse per il sociale. Abbiamo fatto pervenire al ministro le nostre richieste, che non ci servono per fare una festa in piazza, ma per evitare di mettere in strada 25.000 persone bisognose di assistenza e 1.600 operatori".

Ma il Fornero day è tutt’altro che concluso. Mentre sul palco il ministro cerca di spiegare il suo punto di vista sulla riforma le agenzie battono delle affermazioni bomba che la Fornero ha rilasciato al Wall Street Journal: "Il posto di lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici". Al quotidiano economico-finanziario statunitense il ministro ha spiegato che il Governo italiano sta cercando «di proteggere le persone, e non il loro posto di lavoro. Deve cambiare l’atteggiamento delle persone". Non c’è tempo, però, per le polemiche. L’appuntamento più importante è li ad attenderla e così dopo un confronto con dei disabili presenti in sala il Ministro saluta la platea, evita i giornalisti e da un’uscita posteriore sale in macchina in direzione Palazzo Chigi.

In aria il ronzio degli elicotteri si fa più forte, anche le ultime bucce d'uovo vengono pulite, della manifestazione non si vedono più i segni ma il pomeriggio del ministro è appena cominciato.

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