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Scandalo utenti spiati da Cambridge Analytica: Facebook a picco in Borsa

L'accusa: "Acquisiti illegalmente dati di 50 milioni di utenti del social network". E il titolo di Zuckerberg perde il 6,8%

Scandalo utenti spiati da Cambridge Analytica: Facebook a picco in Borsa

Facebook perde 7,50 punti in borsa dopo le nuove indiscrezioni sulle interferenze nel voto americano. La seduta a causa dell'andamento negativo del titolo è stata complessivamente negativa per la Borsa Usa.

Questa volta a finire nel mirino è la società di analisi dati Cambridge Analytica che, durante la campagna di Donald Trump, avrebbe violato milioni di profili Facebook. Il social network ha così annunciato di aver sospeso il profilo della compagnia e anche alcuni dell'azienda madre Strategic Communication Laboratories. Oscurato dal social network anche la pagina dello psicologo dell'università di Cambridge Aleksandr Kogan e del capo di Eunoia Technologies, Christopher Wylie.

Facebook ha dichiarato che i due avrebbero collaborato attraverso un passaggio di informazioni. Kogan avrebbe poi creato un app dal nome thisisyourdigitallife proponendo test di personalità predittivi e spacciandosi per "una app di ricerca usata dagli psicologi"."Chiedevamo alle persone di partecipare a sondaggi di carattere psicologico. L'app raccoglieva i dati da Facebook, si inflitrava nella rete di amici e ricavava dati anche da quest'ultimi. È come un'ombra digitale di te stesso: quando sei suoi social, delinei la tua identità", ha spiegato Wylie. E da questa app - il cui login era possibile attraverso Facebook (da qui il collegamento con il social network) - che Cambridge Analytica avrebbe quindi attinto ai dati, poi utilizzati per influenzare le decisioni del voto americano.

Come riportano diversi media, tra cui il New York Times, la vicenda è venuta alla luce grazie a quanto dichiarato da Wyle: "Abbiamo sfruttato Facebook per raccogliere i profili di milioni di persone. E abbiamo costruito modelli per sfruttare ciò che sapevamo su di loro e mirare ai loro demoni interiori. È su questa base che l'intera società è stata costruita".

Come riporta The Guardian attraverso un'intervista al whistleblower, la compagnia ha creato in totale 230 milioni di profili psicologici di americani per influenzare, attraverso essi, il voto americano e partendo inizialmente dai dati di 50 milioni di persone. Il sistema ha così permesso di inviare inserzioni d carattere politico personalizzate. Una nuova vicenda da chiarire si aggiunge quindi al quadro delle politiche americane già turbato dalle interferenze russe alc entro dell'inchiesta del procuratore Robert Mueller.

Il ruolo di Steve Bannon

Nella società nel mirino, Steve Bannon -ex stratega della Casa Bianca- ha ricoperto il ruolo di vicepresidente e segretario prima di lasciare per la campagna di Trump nell'agosto di 2 anni fa. Wylie ha svelato i meccanismi a cui ha avuto accesso fino alla fine del 2014, quando ha lasciato la società. Il progetto, ha raccontato, ha portato a creare "l'arma per la guerra psicologica di Steve Bannon".

"Cambridge Analytica si aggrappa a qualsiasi debolezza o vulnerabilità che pensiamo tu possa aver e cercherà di modificare la tua percezione di quello che ti circonda", ha detto Wylie. "Se volete creare un'arma con l'informazione, i social media sono il campo di battaglia in cui agire. Ecco quello che succede", ha aggiunto.

Wyile ha dichiarato inoltre che ci sarebbero stati dei contatti tra Cambridge Analytica e l'ex manager della campagna Trump, Corey Lewandowski già a partire dal 2015, quindi ancora prima che il magnate annunciasse la sua intenzione di scendere in campo.

"Credo che quel che è veramente importante che la gente capisca è che questa azienda ha fatto un cattivo uso dei dati di 50 milioni di persone su Facebook". E ha aggiunto: "Dobbiamo fare un passo indietro e depoliticizzare perchè tutto ciò riguarda la sicurezza degli americani e l'integrità del processo democratico americano".

Secondo Wylie, dunque, Facebook è stato dirottato e trasformato in un teatro di guerra informatica per minare al processo democratico degli Stati Uniti.

Sullo scandalo si è espresso in queste ore anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: "Le denunce riguardanti il cattivo uso dei dati degli utenti di Facebook sono una violazione inaccettabile dei diritti alla privacy dei nostri cittadini. Il Parlamento europeo indagherà appieno, chiamando le piattaforme digitali a darne conto".

La difesa di Cambridge

"Abbiamo eliminato i dati raccolti illegalmente da un'altra società. I dati non sono stati usati per la campagna di Trump. E non abbiamo lavorato sul referendum per la Brexit". È questa la difesa di Cambridge Analytica che, in una nota, afferma di aver "ricevuto dati Facebook e elementi derivati dai dati da un'altra compagnia, la Gsr, a cui ci eravamo rivolti in buona fede per ottenere dati a scopo di ricerca. Quando è apparso chiaro che Gsr aveva violato il suo contratto con Cambridge Analytica perché non aveva rispettato le norme relative alla protezione dei dati, Cambridge Analytica in collaborazione con Facebook ha eliminato tutti i dati. Questi dati relativi a Facebook non sono stati utilizzati da Cambridge Analytica nei servizi forniti alla campagna presidenziale di Donald Trump. E per questo cliente non sono state attuate campagne con inserzioni dirette ai singoli utenti. La compagnia lo ha chiarito sin dal 2016".

Sulla questione è scesa in campo anche l'Unione Europea. Vera Jourova, commissaria europea per la Giustizia, la Tutela dei consumatori e l'Uguaglianza di genere, ha scritto su Twitter: "Orripilante, se confermato. I dati personali di 50 milioni di utenti Facebook potrebbero essere stati così facilmente gestiti male e utilizzati per scopi politici.

Non vogliamo questo in Europa".

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