Mondo

Il Giappone proclama 10 giorni di festa per l'addio ​dell'Imperatore

In occasione dell'abdicazione dell'Imperatore Akihito e della conseguente incoronazione a sovrano del figlio, il Principe Naruhito, il governo del Giappone ha proclamato in via eccezionale dieci giorni di festa nazionale a cavallo tra aprile e maggio 2019

Il Giappone proclama 10 giorni di festa per l'addio ​dell'Imperatore

Si prospetta un felice 2019 per il laborioso popolo giapponese, che proprio l'anno prossimo dovrà affrontare un avvenimento alquanto inedito nella millenaria storia del Paese: l'abdicazione dell'Imperatore. In occasione del passaggio di consegne tra l'attuale sovrano Akihito e suo figlio il Principe Naruhito, che avverrà tra il 30 aprile ed il 1° maggio 2019, il governo del Giappone ha approvato una legge che istituisce in via eccezionale una serie di festività nazionali per celebrare l'addio al trono dell'anziano capo di stato, al potere dal 1989. I tre nuovi giorni di festa del 30 aprile, 1° maggio e 2 maggio, andranno infatti ad interporsi con la cosiddetta "settimana dorata", il periodo a cavallo tra i due mesi in cui cadono queste tradizionali ricorrenze giapponesi: Il compleanno dell'ex Imperatore Hirohito il 29 aprile, la Festa della costituzione il 3 maggio, la Festa del verde il 4 maggio e la Festa dei bambini il 5 maggio. Contando il weekend del 27/28 aprile i cittadini nipponici potranno quindi concedersi ufficialmente un periodo di vacanza di ben nove giorni, anche se già da parecchi anni molte aziende private del Paese consentono ai propri dipendenti di usufruire della settimana dorata per prendersi l'intero ponte di ferie.

Un decimo giorno di festa nazionale è stato inoltre istituito per il prossimo 22 ottobre, vale a dire nel giorno in cui avverrà la cerimonia di intronizzazione ufficiale del futuro Imperatore Naruhito. Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Kyodo, questa è la terza volta dalla fine della seconda guerra mondiale che il governo giapponese istituisce delle festività straordinarie legate ad avvenimenti interni alla casa imperiale; l'ultima volta è accaduto infatti il 9 giugno 1993, in occasione delle nozze di Naruhito con la Principessa Masako, avvenute in un santuario shintoista all'interno del palazzo imperiale di Tokyo. Nel commentare la decisione, il segretario generale del governo Yoshihide Suga ha dichiarato in una conferenza stampa: "Affinché i giapponesi possano partecipare tutti insieme alle celebrazioni, quei giorni saranno considerati come festività".

La rinuncia al trono da parte dell'85enne Akihito, che durante il discorso alla nazione del 13 luglio 2016 ha motivato proprio con l'inconciliabilità tra i doveri imperiali e le sue fragili condizioni di salute dovute all'avanzata età, rappresenta una prova cruciale per l'unità del popolo giapponese, il quale da oltre duecento anni non assisteva all'abdicazione di un sovrano - l'ultimo fu l'Imperatore Morohito nel 1817 - e che già con Akihito aveva dovuto affrontare la novità destabilizzante della prima ascesa al trono di un Imperatore che non possedeva ufficialmente caratteristiche divine. Una svolta avvenuta dopo che il padre Hirohito proclamò nel 1946 la controversa Dichiarazione della natura umana dell'Imperatore, nella quale, dietro pressioni delle forze d'occupazione statunitensi, veniva negato il principio che l'Imperatore giapponese fosse la diretta incarnazione della dea del sole Amaterasu e che quindi fosse letteralmente una divinità in terra.

Malgrado ciò, Akihito ha dimostrato di essere un sovrano amato e benvoluto dai giapponesi, verso i quali ha saputo manifestare la propria vicinanza come in occasione del terremoto di Fukushima del 2011, quando assieme alla moglie, l'Imperatrice Michiko, andò a far visita ad un gruppo di sfollati esortandoli a non abbandonare la speranza.

Come da tradizione inoltre, una volta disceso dal trono, i trent'anni di regno di Akihito verranno denominati Periodo Heisei; dal suo personale nome cerimoniale che per estensione verrà utilizzato anche per definire l'Imperatore stesso dopo la sua morte.

Commenti