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I tedeschi sono stufi della Merkel

Due tedeschi su tre non vogliono più Angela Merkel alla cancelleria. La Cdu nel caos ora attacca l'avversario Schulz

I tedeschi sono stufi della Merkel

Due tedeschi su tre non vogliono più Angela Merkel alla cancelleria. A prendere il posto che fu di Adenauer, Brandt, Schmidt e Kohl vedono meglio il suo avversario alle elezioni del 24 settembre, il socialdemocratico Martin Schulz. Un sondaggio realizzato da YouGov per l'Huffington Post - solo l'ultimo di una sequenza ininterrotta di rilevazioni demoscopiche tutte a favore della Spd e del suo candidato - sta causando un discreto trambusto nel mondo politico tedesco. Alla domanda se dopo dodici anni di permanenza dell'"ex ragazza dell'est" alla cancelleria gli elettori desiderino un cambiamento, la risposta non lascia adito a dubbi: è affermativa "in ogni caso" per il 42%, a cui si somma il 22% che è "tendenzialmente" favorevole ad un passaggio di consegne.

Ben il 47% degli interpellati, peraltro, ritiene che il "boom" di consensi a favore di Schulz resisterà fino al 24 settembre, giorno in cui si apriranno le urne. Si ferma al 38% il numero di coloro che pensano che il favore per il candidato socialdemocratico sia destinato a calare. Il rilevamento di YouGov ha scatenato un'irritazione che non si vedeva da tempo tra le fila dei cristiano-democratici di Frau Merkel. Non è un caso se il primo a parlare è il ministro alle Finanze Wolfgang Schaeuble, unica vera potenza nella Cdu dopo la cancelliera: "Schulz? Ormai si esprime proprio come Trump. In un mondo in cui le tentazioni del populismo diventano sempre più forti, un politico non può permettersi di parlare in questo modo". Insomma, la Cdu è passata all'attacco nei confronti degli alleati socialdemocratici e il loro nuovo leader, l'ex presidente del parlamento europeo.

Un crescendo, dopo lunedì scorso un altro sondaggio aveva segnato il sorpasso della Spd sulla Cdu, che ancora poche settimane fa staccava i socialdemocratici di ben 14 punti, quando un quarto mandato targato Merkel appariva ancora un'ovvietà. Un altro dato che fa impressione è la crescita fulminea del numero di nuovi iscritti alla Spd: 4600 in una sola settimana. Difficile dire adesso se Schulz - di cui vengono apprezzati il linguaggio diretto e la capacità di riproporre con forza temi sociali che la Spd pareva aver smarrito negli anni, con l'effetto di risultare troppo schiacciata sulla figura della cancelliera - riuscirà a mantenere questo passo trionfale in una campagna elettorale così lunga, percepita peraltro come cruciale non solo per i destini della Repubblica federale, ma anche per la tenuta dell'Unione europea. Di sicuro, la Cdu ha messo da parte l'iniziale aplomb e non perde occasione per attaccare l'avversario percepito ora come pericolosissimo. Sarà un caso, ma cominciano a circolare notizie potenzialmente dannose per il Schulz, a cominciare da una storia di pagamenti considerati sospetti verso uno dei suoi principali collaboratori al parlamento europeo, sui quali il partito di Merkel chiede con forza "indagini approfondite". Significativa, in ogni caso, la nuova copertina dello Spiegel: c'è un gigantesco Schulz che incombe su una piccola Merkel.

Il titolo: "Lei cadrà?".

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