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La magistratura ferma le "esecuzioni a catena" in Arkansas

La magistratura ferma le "esecuzioni a catena" in Arkansas

"Sarà un'esecuzione di massa". Con queste parole i legali di sette condannati a morte nello Stato americano dell'Arkansas avevano criticato la scelta del governatore di farli giustiziare nel giro di pochi giorni per evitare la scadenza di farmaci che compongono il cocktail letale.

Un provvedimento che il governatore Asa Hutchinson aveva firmato a marzo e che avrebbe portato sul lettino delle esecuzioni i prigionieri a partire dal prossimo lunedì, non fosse che la battaglia legale, ampiamente coperta dai media internazionali, è diventta un braccio di ferro tra le autorità locali e le aziende farmaceutiche.

E se Hutchinson aveva deciso di procedere con le condanne, sette in dieci giorni, per evitare di dover buttare le partite di midazolam, i produttori hanno opposto il loro rifiuto davanti ai giudici, sostenendo che lo Stato non avrebbe dichiarato al momento dell'acquisto l'utilizzoche dei farmaci sarebbe stato fatto.

Un'esecuzione era già stata bloccata nei giorni scorsi, rimandata di un mese. Oggi un giudice federale ne ha fermate altre sei e ad un'ultima è stato dato lo stop dalla Corte suprema: il condannato è affetto da infermità mentale.

Se la magistratura non si fosse opposta, l'Arkansas avrebbe stabilito un tragico record: nessuno Stato ha mai ucciso così tante persone in così pochi giorni dalla re-introduzione della pena di morte in America.

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