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Un passo indietro dopo lo "scontro": la Turchia ritira militari dall'Iraq

Un convoglio lascia la base di Bashiqa dopo le scaramucce diplomatiche con Baghdad

Blindati dell'esercito iracheno nella zona di Ramadi
Blindati dell'esercito iracheno nella zona di Ramadi

Alla fine ad Ankara hanno preferito fare un passo indietro, annunciando il ritiro di una parte dei suoi uomini dalla base di Bashiqa, in Iraq, dopo le scaramucce diplomatiche con il governo di Baghdad.

Un convoglio turco, con almeno una decina di veicoli, si è mosso oggi, insieme a un numero di carri armati non precisato. Una risposta ai timori espressi dagli iracheni quando un gruppo nutrito di soldati era arrivato in Iraq a inizio dicembre, raggiungendo i commilitoni nell'area di Mosul, da mesi nelle mani dei jihadisti del sedicente Stato islamico.

Fin da subito gli iracheni avevano chiesto il ritiro immediato dei militari, per nulla convinti dalla spiegazione secondo cui si trovavano in Iraq per un avvicendamento con i soldati turchi che da marzo si occupano dell'addestramento delle milizie impegnate contro l'Isis. E il quotidiano turco Hürriyet aveva riportato voci secondo cui l'intenzione era quella di creare una "base stabile" in Iraq.

Giustificati i timori degli iracheni, che nelle mosse della Turchia vedono un tentativo di bypassare il governo, visti i buoni rapporti che intercorrono tra Ankara e i curdi di Erbil, capoluogo di una regione che ha sì una certa autonomia, ma comunque non è del tutto indipendente rispetto a Baghdad.

Nei giorni scorsi il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha visto ad Ankara Massoud Barzani.

I due leader hanno ribadito l'impegno contro il terrorismo, che non riguarda soltanto l'Isis - capitolo su cui le intenzioni della Turchia sono spesso sotto accusa e non da oggi - ma anche una serie di operazioni militari contro i curdi del Pkk.

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