Crisi in Yemen

Lo Yemen bombardato nella notte. "Pronti ad attaccare anche via terra"

Attacchi nella notte, guidati dall'Arabia Saudita. Almeno venticinque i morti civili

Un miliziano houthi cerca sopravvissuti sotto le macerie vicino all'aeroporto di Sana'a
Un miliziano houthi cerca sopravvissuti sotto le macerie vicino all'aeroporto di Sana'a

Sono partiti nella notte i primi attacchi aerei sullo Yemen. In prima linea l'Arabia Saudita, che già nei giorni scorsi aveva dislocato uomini e mezzi vicino alla frontiera con il vicino meridionale e ora ha fatto alzare in volo i caccia, sostenuta pare da una coalizione di Paesi arabi, per colpire le posizioni dei miliziani houthi, vicini all'Iran.

Ieri i ribelli avevano raggiunto, nella loro avanzata, Aden. La città è da mesi una capitale di fatto, dopo che il presidente Hadi ha trovato rifugio qui, in fuga da Sana'a, caduta nella mani dei rivoltosi. In un'ultima spinta, gli uomini di Abdul Malik al-Houthi si sono mossi sull'area meridionale dello Yemen, una minaccia abbastanza seria da far parlare di una fuga di Hadi, su cui ieri si sono rincorse voci a lungo. Oggi i media sauditi sostengono abbia lasciato il Paese, diretto verso un summit della Lega Araba a Sharm el-Sheik.

Secondo Al-Arabiya sarebbero 150mila le truppe mobilitate dall'Arabia Saudita e cento gli aeroplani coinvolti nelle operazioni di questa notte. Sebbene non ci siano tutte le conferme del caso, l'emittente sostiene che alla coalizione abbiano preso parte diversi Paesi del Golfo (Bahrain, Kuwait, Qatar), poi la Giordania, il Marocco e il Sudan.

Se non hanno preso parte ai bombardamenti, di certo hanno dichiarato di essere disponibili a dare una mano anche l'Egitto e il Pakistan. Il Cairo ha assicurato supporto militare all'operazione e inviato quattro navi a pattugliare lo stretto di Bab el Mandeb e il Golfo di Aden. Da Ankara invece il sostegno logistico all'operazione.

I bombardamenti notturni hanno colpito il principale aeroporto di Sana'a e la base militare al Dulaimi. Colpita anche la provincia di Hajjah, all'estremità nord-occidentale del Paese, area controllata dai ribelli al confine con l'Arabia Saudita. I soccorritori sostengono che le vittime civili nei vari bombardamenti siano almeno venticinque, ma le cifre sono da confermare.

"Pronti all'azione di terra"

Funzionari egiziani e sauditi hanno comunicato che in Yemen è pronta una invasione di terra per indebolire la resistenza dei ribelli zaiditi. All'Associated Press la conferma di un piano per entrare dal confine con l'Arabia Saudita e aprire un altro fronte dal Mar Rosso.

Interessi e condanne

Chiari gli interessi dei sauditi, che nello Yemen vedono un terreno di scontro con l'Iran, considerata la vicinanza dei ribelli houthi a quelle posizioni. A dare l'annuncio delle operazioni Adel al-Jubeir, ambasciatore saudita a Washington, che ha informato prima gli Stati Uniti. Il reame del Golfo ha risposto a una richiesta avanzata dalle autorità yemenite nei giorni scorsi.

Scontata la protesta di Teheran, che ha condannato l'operazione. A ruota la condanna del regime siriano di Damasco, degli hezbollah libanesi e prima ancora della Russia.

Tanto l'Unione Europea quanto le Nazioni Unite hanno di nuovo chiesto di tentare la strada della diplomazia e non delle armi per risolvere il conflitto.

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