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Bersani minaccia Renzi: "Se forza la mano finisce il Pd e rifacciamo l'Ulivo"

Duro affondo di Bersani: "Se Renzi rifiutan il Congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd"

Bersani minaccia Renzi: "Se forza la mano finisce il Pd e rifacciamo l'Ulivo"

Pier Luigi Bersani torna sulle divisioni interne al Pd e lascia capire, a chiare lettere, che è quasi tutto pronto in caso di rottura. "Se Renzi forza - dice in un'intervista all'Huffington Post - rifiutando il congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd. E non nasce la cosa 3 di D'Alema, di Bersani o di altri, ma un soggetto ulivista, largo plurale, democratico''.

Ma cosa vuole l'ex-segretario Pd, che ieri non ha escluso né promesso niente? Bersani chiede il congresso anticipato e una nuova legge elettorale. In caso contrario, precisa, sarà rottura. Anche se tiene a far sapere che lui lavora per evitarla: "Ma serve un cambio di rotta altrimenti la sconfitta, andando avanti così, non è evitabile". E ancora: "Napolitano ha ragione (l'ex Capo dello Stato ha detto che nei Paesi civili si vota a fine legislatura, ndr), ma io non sto dicendo che non si può votare prima della scadenza naturale. Sto dicendo: andiamoci con ordine, dopo un congresso e con una legge elettorale decente".

Renzi va a ruota libera su congresso, Italicum, governo Gentiloni e, inevitabilmente, futuro della sinistra. E su un punto insiste: "C'è Renzi nel Pd, ma anche tanti altri. È ora che dicano qualcosa perché così si va a sbattere e si dissolve il Pd. Chiedo che qualcuno apra bocca". Un accenno poi alla polemica sui vitalizi scatenata dalle parole di Renzi: "Non può insultare il parlamento. I vitalizi non ci sono più dal 2012 e ci sono qui dentro deputati 30enni che non sono qui ad aspettare i 65 anni per avere qualche euro di contributi. Non so se siano bersaniani o renziani: oggi ne ho visto qualcuno che piangeva".

Capitolo legge elettorale. "Vanno tolti i capilista bloccati che portano a una Camera formata per il 70% di nominati. E considero una provocazione allargare al Senato questo scempio. Possiamo discutere o no? E per favore: evitiamo le volgarità dei discorsi sulle seggiole. Io, Speranza, altri abbiamo dimostrato che noi ai posti semmai rinunciamo, in nome delle battaglie sui principi. È offensivo dire che vuole posti chi sta dicendo che bisogna abolire l'aberrazione dei nominati. La legge venuta fuori dalla Consulta - prosegue Bersani - garantisce l'ingovernabilità. Rende necessario un accordo con Berlusconi e neanche basta".

A questo punto Renzi cosa farà? Accetterà il congresso anticipato e l'apertura al confronto, per la nuova legge elettorale, oppure, come un abile giocatore di poker, vorrà vedere fino a che punto si vottà (e potrà) spingere la fronda interna? Non ci resta che aspettare per scoprirlo.

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