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Il Cavaliere lancia Marchini: "Piace e unisce il centrodestra"

Berlusconi fa il mattatore alla festa di compleanno della De Girolamo: "La Meloni? Sarebbe un ottimo governatore. Io al 25%, un miracolo visto che non sono mai stato in tv"

Il Cavaliere lancia Marchini: "Piace e unisce il centrodestra"

Roma - Berlusconi star al quinto piano dell'hotel Boscolo di piazza Esedra a Roma, per festeggiare il compleanno di Nunzia De Girolamo. Lei, solare, ci mette un po' ad allacciare al polso il regalo presidenziale: un bracciale di cinque file di perle e diamanti; lui, il Cavaliere, ci mette un niente a essere al centro della scena. Centinaia di selfie per il leader di Forza Italia che non si nega a nessuno: parla fitto fitto e scherza con il marito di Nunzia, il piddino Francesco Boccia; assaggia risotti e mozzarelle di bufala campane; brinda con senatori e deputati e si concede ai giornalisti: «A Bologna? Certo che ci vado. Il centrodestra deve rimanere unito». Irrilevante che la manifestazione dell'8 novembre sia nata da un'idea di Salvini. Un Salvini che, racconta Berlusconi, «È molto simpatico e bravo; ma è anche molto diverso in privato: è meno aggressivo; mentre in tv deve parlare alla pancia del Paese... E poi quando esagera - scherza il Cavaliere - gli dico che non lo faccio vicepresidente del Milan». Certo, l'affinità con il Senatùr è un'altra cosa: «Per me lui è quasi un fratello. Lo stimo e gli voglio molto bene. Poi, con quello che gli è successo... La malattia... Ci sentiamo spesso, sa?». Con la Lega l'alleanza è naturale: sancita anche alla festa dove, a proprio agio, ci sono i colonnelli verdi Giorgetti, Pini e Saltamartini.

Tra una forchettata di risotto (rigorosamente senza aglio per il Cavaliere, ndr ) e l'altra l'ex premier rivela che «per Milano ho in testa un nome forte, fortissimo: non politico, capace e che piace anche alla Lega. Ma il nome non ve lo dico. Siete matti? Mica voglio bruciarlo». Sorride. Anche quando parla di Roma: «Beh, Marchini potrebbe andare bene: piace molto alle donne. E poi se presentassimo un altro nome, il centrodestra andrebbe diviso: senza chance di vittoria». Anche la Meloni s'aggira per la festa accompagnata dal fido Rampelli. Già, la Meloni? «No, al Comune no. Credo che non voglia correre per il Comune ma puntare alla Regione. In fondo sarebbe un ottimo governatore».

Ma è alle politiche che il Cavaliere pensa. Il suo ragionamento è il seguente: «Lo sa che i leader piacciono molto di più dei partiti? I miei sondaggi dicono che io sono al 25% senza mai essere stato in tv: un miracolo. Salvini supera il 30%: appena sotto a Renzi che è calato di ben dieci punti percentuali. E ora torno in campo io». Scontro tra titani in vista, quindi. Ma chissà con quale legge elettorale. Il Cavaliere parla anche di quello: «Vedrete che Renzi, alla fine, metterà mano all'Italicum: conviene anche a lui perché non prenderà mai più il 40%. E Matteo, giustamente, teme Grillo».

Dei rapporti con Renzi s'è già detto molto ma Berlusconi ci tiene a sottolineare che «il Nazareno? Mai più. E poi come si fa a fare un patto con chi ti ha sbattuto fuori dal Parlamento con la legge Severino?». Eppure, quando Verdini era ancora al suo fianco... A proposito di Denis: «Guardate che non è vero che la scissione sia una manfrina tra me e lui. Tra noi c'è stata una rottura vera; politica, non umana, ma vera. È un po' che non lo sento Denis...».

Quindi svela il motivo della sua arrabbiatura con Alan Friedman, autore dell'ultimo libro sul Cavaliere: «Ha scritto una mia biografia che dice “autorizzata”. Ma io non ho autorizzato nulla. E poi mi ha attribuito frasi mai dette. Peggio: ha scritto che io sarei uno “spietato imprenditore”. Io?!? Ma se mi han sempre detto che ho il difetto di essere troppo buono?!? Mia mamma diceva sempre che sarei andato per prati con dei campanellini legati alle caviglie per avvisare le formiche di spostarsi e non essere schiacciate...». Ancora selfie , brindisi, saluti.

Berlusconi stringe mani a raffica e racconta, racconta. Anche di politica estera. E svela: «Sa che spero vinca la Clinton? L'ho conosciuta bene. È la più preparata». Ma come? E il repubblicano Donald Trump? «Dice di ispirarsi a me. Beh, dovessi dargli un consiglio gli direi di tagliarsi i capelli». Si ride. Come quando racconta le barzellette su Bondi e Cicchitto. O come quando lo trascinano davanti alla pianola: «Presidente, ci canti una canzone!». E lui: «No, canterò quando sarò tornato nel pieno splendore della mia innocenza». Allora ci pensa Simone Baldelli, spumeggiante deputato-vignettista-imitatore-cantante. E parte la parodia de «La leva calcistica del '68» di Francesco De Gregori: «Sole sui tetti dei palazzi in costruzioneee... sole che ride e i comunisti alle elezioniii..., volevano toglierti le televisioni, la Mondadori, la Standa e il Milan... e poi magari Arcoreeee». Il Cavaliere ride e commenta: «È davvero bravo». E al momento della torta è lui che prende in mano quattro calici di champagne e li distribuisce agli ospiti.

E De Girolamo commenta: «Lo fa sempre anche mio papà».

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