L'appunto

Mattarella ha pronto il Renzi bis

Se il governo cadesse in Senato sulle riforme il presidente è orientato a rilanciare Renzi. Legge di stabilità, doppio sistema elettorale e Giubileo sconsigliano il voto anticipato

Mattarella ha pronto il Renzi bis

Con l'estate ormai agli sgoccioli, le elezioni anticipate non sono più un pour parler . Almeno nei rumors di Palazzo, dove lo scenario di un governo che va a sbattere sulle riforme in Senato è considerato assolutamente plausibile, con tutte le conseguenze del caso. D'altra parte, la fotografia di quale sia il clima che si respira all'interno del Pd sta tutta nell'affondo che giovedì sera Luca Lotti ha riservato a Massimo D'Alema. La replica alle critiche dell'ex segretario di Pds prima e Ds poi, è stata infatti non solo durissima ma persino irridente. Se poi si considera che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è prima di tutto amico di Matteo Renzi e in secondo luogo per nulla avvezzo ai riflettori, si capisce quale sia il peso di quel comunicato che ha deciso di affidare alle agenzie stampa quando erano ormai passate le otto si sera. A Largo del Nazareno, insomma, la guerra è ormai senza esclusione di colpi. Tanto che la scissione come prospettiva di breve-medio periodo è l'eventualità più quotata. Soprattutto se il Pd non dovesse superare le forche caudine del Senato, quando a fine settembre l'Aula sarà chiamata a pronunciarsi sul ddl Boschi.

Un mese e passa di sole e relax, infatti, non sembra aver portato grandi novità. E questo nonostante il lavorio frenetico delle diplomazie. I voti necessari ad approvare la riforma di Palazzo Madama, dunque, continuano a non esserci. Tanto che - affondi a D'Alema a parte - è proprio al pallottoliere che si è dedicato lungamente Lotti in queste settimane. Il sottosegretario avrebbe infatti avuto ripetuti contatti con i senatori considerati border line , da quelli del gruppo Ala di Denis Verdini - pronti a sostenere le riforme - al Gal, fino ad Area popolare, dove lo sfaldamento di Ncd sta rendendo ancora più complicata la partita. Chi tra i centristi fosse sul punto di lasciare Angelino Alfano, infatti, potrebbe alla fine decidere di sfilarsi. Non a caso, ci sarebbe chi avrebbe già dato la sua disponibilità a Silvio Berlusconi.

Uno scenario, dunque, dove tutto è possibile. Anche perché la politica insegna che superata una certa soglia entrano in gioco le cosiddette conseguenze inintenzionali. Tra il Quirinale e Palazzo Chigi, però, c'è chi è convinto che le elezioni anticipate non saranno nel novero delle possibilità nel caso si arrivasse davvero allo show down . Renzi, insomma, starebbe seguendo la linea dura del muro contro muro perché avrebbe avuto garanzie che prima di tornare al voto Sergio Mattarella batterà tutte le strade possibili. Nonostante né Enrico Letta né il suo successore siano stati indicati dalle urne, il capo dello Stato sembrerebbe infatti intenzionato a privilegiare la stabilità. Per tre ragioni in particolare: la legge di Stabilità alle porte; il fatto che si rischierebbe di votare con due leggi elettorali diverse per Camera e Senato; il Giubileo che si aprirà l'8 dicembre.

Non si tratterebbe, però, di un governo di emergenza, magari guidato da una figura istituzionale come potrebbe essere quella di Piero Grasso. Lo scenario in questione, infatti, sarebbe quello di un Renzi bis, con il segretario del Pd che dovrebbe sì andarsi a cercare una nuova maggioranza (al netto della minoranza dem che a quel punto farebbe i bagagli) ma che continuerebbe a dare le carte. L'operazione, peraltro, non sarebbe neanche poi così difficile, visto che i posti di sottogoverno hanno da sempre fatto una gran gola a tutti.

Più improbabile, invece, l'ipotesi di larghe intese. Se Forza Italia decidesse di convergere, infatti, il processo di riavvicinamento in corso con la Lega si andrebbe a fare benedire. E, soprattutto, il Carroccio giocherebbe in solitaria la partita per il sindaco di Milano.

A cui Berlusconi tiene non poco e dalla quale, così facendo, rischierebbe di rimanere fuori.

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