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La Merkel allunga le mani sui risparmi degli italiani

Il nostro debito pubblico preoccupa l'Europa: dopo la tassa sulla casa, Berlino propone una nuova patrimoniale. Nel mirino Btp e conti correnti

La Merkel allunga le mani sui risparmi degli italiani

È dal 2012 che ci provano. Puntualmente ogni anno riemerge un «piano» tedesco per mettere a posto le cose in Italia. Una volta sono i conti pubblici, un'altra le banche, altre ancora la produttività. Ma la ricetta è sempre la stessa. Colpire i risparmi degli italiani. Un piano preciso e ufficiale non c'è. Ma nel tempo si è radicata un'idea di fondo che per i tedeschi è la bussola ogni volta che si tratta di capire le nostre vicende. In sintesi: gli italiani sono ricchi, vanno tassati. Hanno ricchezze private superiori alla media europea, mentre lo Stato è povero.Ogni soluzione consiste quindi nel pescare in questa ricchezza. Le prime avvisaglie su questo fronte arrivarono quattro anni fa quando il Deutsche Institut für Wirtschaftsforschung (pensatoio molto influente) propose una patrimoniale del 10% sopra i 250mila euro.

La pietra dello scandalo, il fatto che il patrimonio individuale medio dei tedeschi è di 100mila euro, quello degli italiani 140mila. Negli anni sono seguite mille spiegazioni ad indirizzo dei tedeschi. A partire dal fatto che la ricchezza degli italiani è fatta essenzialmente da immobili di proprietà tassati dai governi Monti e Letta con un una patrimoniale da 15 miliardi di euro all'anno.L'idea che la ricchezza italiana sia illegittimamente detenuta dalle famiglie non è scomparsa né in Germania né in Europa, nonostante il salasso sul mattone. Non ha aiutato un famoso intervento del premier Matteo Renzi all'Europarlamento, quando ha rivendicato il primato italiano di un risparmio di «quattro triliardi di euro». Sono rispuntate altre ricette che puntano a massacrare il risparmio degli italiani. È dell'agosto scorso quella del presidente della Bundesbank Kens Weidmann per introdurre titoli di stato subordinati. Come le sfortunate obbligazioni delle quattro banche fallite, i titoli di stato italiani, in caso di intervento europeo, sarebbero azzerati, non rimborsati o rimborsati in parte.

Nei casi meno gravi non sarebbero riconosciuti gli interessi.Quello che vuole la Germania per l'Italia, insomma, è un bail in di Stato. Il salvataggio lo pagano gli «azionisti» che sono i risparmiatori con Bot e Btp. Ma anche i cittadini, con una patrimoniale. Un mese fa un economista tedesco vicino al ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, Lars Feld, ha proposto un salvataggio generalizzato delle banche italiane, le cui sofferenze ammontano a 200 miliardi, con un maxi bail in, taglio ai conti correnti sopra i 100mila euro, e piano di salvataggio in stile greco.Le vicende di ieri riportano a galla un'altra proposta che circola con insistenza nella Commissione europea, meno dura di quella di Feld. Una soluzione alla spagnola. L'Italia chiede aiuto all'Europa (quindi un salvataggio esterno) e si attiva l'Esm. Il meccanismo europeo di salvataggio. L'Ue si fa carico di risolvere i problemi delle banche italiane a rischio, ma arriva la Troika. Unione europea, Banca centrale e Fondo monetario internazionale, che ci detterebbero la ricetta per uscire dalla crisi. Facile immaginare, altre tasse.

Lo scontro tra Renzi e la Commissione, ha rafforzato le posizioni sfavorevoli all'Italia.

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