Cronache

Napoli, la legalità che non c'è fa litigare Saviano e De Magistris

Lo scrittore attacca: "A Napoli si continua a uccidere. Le piazze di spaccio non sono diventate oasi di legalità. Da lui proclami adolescenziali", il sindaco replica: "Ogni tanto faccia un sorriso"

Napoli, la legalità che non c'è fa litigare Saviano e De Magistris

Napoli non cambia mai, specialmente nei cliché. E passare da sole, pizza e mandolino a sole, cielo e legalità non è altro che una “menzogna populista”. Un’accusa durissima, questa, che non arriva da un oppositore qualunque ma direttamente da Roberto Saviano che attacca a muso duro il sindaco arancione Luigi De Magistris.

A margine della visita al museo Cam di Casoria, a ridosso del capoluogo, Roberto Saviano ha tuonato contro il primo cittadino riservandogli parole di fuoco: “A Napoli si continua a uccidere e morire, si continua a sparare. L’invasione di turisti? Sarà, ma ciò non significa che le piazze di spaccio sono per questo diventate piazze di legalità. Questa è una bugia”. E insiste: “I cittadini sono tanto stanchi da abbracciare il suo proclama parolaio, ideologico e adolescenziale di Napoli città autonoma. Autonoma da chi?”.

De Magistris non poteva lasciar correre e, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, accusa lo scrittore: “Non vive a Napoli, non conosce la città come la conosciamo noi che con umiltà stiamo tra la gente per ventiquattro ore al giorno. Molto facile fare l’osservatore esterno, la sua è un’opinione legittima ma sbagliata e comunque la rispetto. Però lo inviterei a girare un po’ per la città, a calarsi nei vicoli, lo inviterei ogni tanto a fare un sorriso”.

Non è la prima volta che Saviano e De Magistris incrociano le loro sciabole. La querelle tra i due va avanti ormai da qualche mese, almeno dal febbraio di quest'anno quando si scambiarono pesantissimi convenevoli.

Entrambi, a distanza di tempo, restano saldamente sulle loro posizioni, con lo scrittore che accusa il sindaco di essere un populista e il primo cittadino che replica a Saviano di tornare a vivere a Napoli, prima di prendere posizioni avventate e di criticare “da dietro a un computer”.

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