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Non c'è pace in Vaticano Indagati per peculato gli ex vertici dello Ior

Non c'è pace in Vaticano Indagati per peculato gli ex vertici dello Ior

RomaTerremoto allo Ior e una nuova inchiesta in Vaticano. Denunciati per peculato due ex-manager e un avvocato che avrebbero rubato 57 milioni di euro grazie alla vendita di 29 immobili di proprietà dello Ior, a Roma e a Milano. Si tratta di ex pezzi grossi della cosiddetta «banca vaticana». Ad essere iscritti nel registro degli indagati sono finiti l'ex presidente dello Ior, Angelo Caloia, l'ex direttore generale Lelio Scaletti e l'avvocato Gabriele Liuzzo per concorso, in relazione ad operazioni immobiliari avvenute nel periodo 2001-2008. A sollevare il caso è stata l'agenzia britannica Reuters che ha diffuso la notizia del congelamento dei conti correnti bancari e dell'apertura dell'inchiesta.

Il promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, ha dunque avviato una indagine e ha disposto il sequestro dei conti correnti degli indagati «a scopo cautelativo qualche settimana fa», ha precisato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. In totale sono stati congelati 16 milioni di euro, derivanti da «appropriazione indebita» da parte dei tre indagati, si legge nell'ordine di sequestro del 27 ottobre firmato dal promotore di giustizia vaticano. Secondo quanto riporta l'agenzia britannica, Milano avrebbe chiesto la collaborazione delle autorità italiane poiché molte delle vendite degli immobili sono avvenute in territorio italiano.

Caloia ha guidato la banca vaticana per vent'anni, chiamato da Papa Giovanni Paolo II a sostituire il «banchiere di Dio», il vescovo Paul Marcinkus, coinvolto nel crack ambrosiano di Roberto Calvi.

L'avvocato Liuzzo, 91 anni, ha confermato in una intervista alla Reuters che il suo conto bancario è stato sottoposto a sequestro. Le accuse sono «infondate», ha detto il legale, affermando che i soldi provenienti dalla vendita degli immobili sono tutti finiti nelle casse della banca vaticana. No comment, invece, da parte di Caloia e di Scaletti.

L'Istituto per le Opere Religiose si è limitato a diffondere una nota in cui si conferma la notizia, senza peraltro citare nomi o cifre. «Lo Ior - si legge - ha denunciato due ex manager e un avvocato alcuni mesi fa, atto che sottolinea il suo impegno a favore della trasparenza e della tolleranza zero, anche in relazione a sospetti su fatti del passato». I fatti «sono emersi nel quadro del processo di verifica interna avviato dell'istituto all'inizio del 2013».

«Siamo molto lieti che le autorità vaticane stiano agendo con risolutezza», ha affermato Jean-Baptiste de Franssu, presidente del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, nominato sei mesi fa da Papa Francesco al posto del manager tedesco Ernst von Freyberg. La notizia conferma l'impegno dell'Istituto per le Opere Religiose in tema di trasparenza e di tolleranza zero. Pochi giorni fa, il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria dell'Economia, aveva parlato di centinaia di milioni di euro a disposizione della Santa Sede ma «nascosti» e dunque non contabilizzati. Padre Lombardi aveva però corretto il tiro, specificando che non si trattava di illeciti né di cattiva amministrazione.

L'operazione trasparenza ha consentito di passare al setaccio tutti i conti correnti e alla chiusura, nel 2013, di 396 conti per un ammontare di 44 milioni di euro.

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