Milano - C'è chi va a fare merenda da Eataly, chi cerca la boutique della Ferragni e chi tra corso Como e corso Garibaldi si concede un sabato di shopping in bicicletta. L'unica cosa che stona in questo tranquillo e quasi assolato sabato pomeriggio, sotto l'arco di piazza XXV Aprile, è il gazebo tirato sui dai grillini. «Il Movimento 5 Stelle di Milano scende in piazza per spiegare il contratto di governo. Rispondiamo a domande e chiariamo i dubbi dei cittadini sul programma del cambiamento per il Paese». Di dubbi, di sicuro ce ne sono tanti, manca solo la gente interessata ad ascoltare i chiarimenti. Perché mentre c'è uno che parla al microfono, sciorinando le rivoluzioni, i potenziali ascoltatori passano davanti senza quasi accorgersene. Gli unici che si fermano hanno le stesse facce di quelli che guardano il fachiro che lievita sul bastone. «Questo contratto è un compromesso tra due forze politiche opposte - cerca di convincerci l'attivista Giuseppe - ma è un ottimo compromesso. Abbiamo preferito collaborare per realizzare gli argomenti comuni. Loro hanno rinunciato ad alcuni punti e noi ad altri. Questo è il vero governo responsabile, non quello di Monti o Letta che erano una cag... (lo può scrivere)».
«Ci sono gli italiani in questo contratto - ricordano gli esponenti - ci siamo tutti noi. Ancora una volta la trasparenza e la condivisione entrano a far parte della vita politica e sociale del Paese». Sembrano parole scritte dalla Casaleggio Associati e imparate a memoria. Gianluca Corrado, capogruppo in consiglio comunale a Milano, ricorda le affinità con la Lega, sebbene, prima delle elezioni, l'abbiano mandata al diavolo quotidianamente. «Gli attivisti si ribellerebbero al Pd ma alla Lega no, abbiamo molti punti in comune. Il contratto è un perfetto equilibrio tra i due programmi di governo. Un accordo che soddisfa entrambi gli elettorati. Una serie di cambiamenti in linea con ciò che chiede il Paese.
Credo che se la Lega sarà onesta questo governo durerà per tutta la legislatura». O forse no? Fbos
