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"Riaprire il balcone del Duce". Ma il Polo museale non vuole

Scontro sul balcone di Palazzo Venezia. L'ex sottosegretario Francesco Giro: "Non è apologia del fascismo ma un luogo che fa parte dell'identità del Paese"

Il balcone di Palazzo Venezia da cui parlava Mussolini
Il balcone di Palazzo Venezia da cui parlava Mussolini

In parlamento continua il braccio di ferro sulla proposta di legge del piddì Emanuele Fiano sull'apologia del fascismo. Un dibattito, quello legato al Ventennio, che sembra infuocare l'intero dibattito politico estivo. Quasi quanto l'emergenza immigrazione. E, mentre le Camere si dividono sulla stretta sul reato di propaganda del Ventinnio, esplosa appunto dopo la presentazione della proposta di legge in Parlamento da parte del Pd, a Roma si discute (animatamente) sulla possibilità di riaprire il balcone del Duce che affaccia su piazza Venezia a Roma.

Negli ultimi anni, come scrive oggi il Tempo, le stanze di Palazzo Venezia sono state restaurate e gradulamente riaperte al pubblico. Non il balcone da cui Benito Mussolini parlava agli italiani. Quel piccolo ballatoio è, infatti, rimasto ancora chiuso. Forza Italia ne ha chiesto la riapertura al pubblico. Ma dal polo museale di Palazzo Venezia hanno subito risposto picche spiegando, come appunto riporta il Tempo, che "il balcone non è fruibile solo per problemi statici". "Viene aperto - spiegano - solo per il cambio delle bandiere e per interventi di pulizia e manutenzione".

A smontare le scuse addotte dal Polo museale ci pensa l'ex sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro. "Non è vero che ci sono problemi di staticità - spiega - perché fu completamente restaurato quando ero ai Beni culturali e fui proprio io, al termine dei lavori, a proporre la riapertura al pubblico. Purtroppo - continua - il pregiudizio è prevalso sulla volontà del povero sottosegretario". Dalle colonne del Tempo Giro rilancia, quindi, la proposta di riaprire il balcone del Duce. "Non è apologia del fascismo - conclude - ma un luogo che racchiude un momento storico rilevante che non va abbattuto perché fa parte dell'identità di questo Paese"

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