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Le omissioni della Raggi: così nasconde i suoi flop

Tra crisi di giunta, trasporti, migranti e rifiuti è caos totale nella Roma a Cinquestelle guidata da Virginia Raggi

Le omissioni della Raggi: così nasconde i suoi flop

"Siamo orgogliosi”. Virginia Raggi, nel corso della conferenza stampa odierna sul suo primo anno di governo di Roma, si è praticamente confermata quel 7,5 che si era attribuita ieri.

I problemi in giunta

‘Chi si loda, s’imbroda’, recita il proverbio che sembra poter essere cucito addosso al primo cittadino della Capitale. Ma, in questo caso, siamo ben oltre. Le omissioni della Raggi sono tante, troppe. Non una parola sul caso Muraro, neanche un accenno alle dimissioni di massa che, nel settembre scorso, avevano riguardato la sua giunta e non solo. La Raggi, nemmeno ora che potrebbe essere indagata con l’accusa di abuso d’ufficio e falso in merito alle nomine di Salvatore Romeo e Renato Marra, fratello di Raffaele Marra (a processo per corruzione insieme al costruttore Sergio Scarpellini), è stata in grado quantomeno di chiedere scusa ai romani per aver sbagliato a scegliersi i collaboratori. Va tutto bene. "Ho sentito Beppe mi ha incitato ad andare avanti. Continueremo a lavorare", ha detto per liquidare la questione. Già, perché il suo referente non sono i romani ma Beppe Grillo che, ogni qual volta c’è una grana nella Capitale, scende da Genova, incontra i vertici del Movimento, vede la sindaca, dice che è tutto apposto e se ne riparte.

Il caos e il degrado di Roma

Ma a Roma va veramente tutto bene come ci vogliono far credere i grillini? Nel giugno 2015 Grillo, su Twitter, chiedeva le dimissioni di Marino e le elezioni per Roma “prima che la città venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai clandestini”. A rileggerlo oggi vien da ridere pensando ai topi che scorrazzano in Campidoglio, ai rifiuti ammassati anche nelle vie del Centro e alla richiesta avanzata dalla Raggi al prefetto di Roma di sospendere l’arrivo di nuovi migranti.

È notizia di pochi giorni fa che, nella zona attorno alla stazione Tiburtina, sono stati sgomberati per la ventesima volta i migranti gestiti dai volontari del centro Baobab Experience che, per vari mesi, hanno occupato via Cupa, tra le proteste dei residenti. “Non vogliamo fare come Buzzi e Carminati e replicare il modello Mafia Capitale”, ha ribadito oggi la Raggi. Allora non si spiega perché mesi fa abbia annunciato l’investimento di 500mila euro nella ristrutturazione del Ferrhotel, l’albergo degli ex ferrovieri che si trova vicino alla stazione Tiburtina. Non si capisce nemmeno perché, da un lato si dichiari l’intenzione di “superare” il sistema dei campi rom con un piano ad hoc e, poi, dall’altro lato si apre un nuovo campo in sostituzione del Camping River sulla Tiberina. E, anche qualora la Raggi attuasse il suo “piano”, questo si rivelerebbe un bluff perché la sindaca non intende far altro che usare i fondi europei per regalare ai rom le case popolari o dare loro un contributo per pagarsi l’affitto. E i romani che da anni attendono una casa? A loro non resta che sperare nell’aiuto dei privati come è successo ad Emmanuel Mariani, papà della piccola Maria Noemi, una bambina invalida 100%, che rischia lo sfratto. Dopo mesi di proteste ed agonie, Emmanuel, mentre stava raccontando alla trasmissione ‘Quinta Colonna’ la sua storia, ha ricevuto la telefonata di Silvio Berlusconi che si è fatto carico di occuparsi personalmente del tema.

Il sindaco, probabilmente, ignorava, persino, questa vicenda, troppo impegnata com’era a salvare Roma dalla “grande speculazione edilizia” che si chiama stadio della Roma. "Noi ci abbiamo messo le mani con lunghe trattative con i proponenti e abbiamo proposto una soluzione diversa che prevedesse più verde, interventi più incisivi in campo energetico e nelle opere pubbliche", ha affermato parlando delle modifiche che è riuscita ad ottenere al piano originario. La realtà, però, come ha dimostrato anche il sito Romafaschifo è un’altra, ossia che le opere di urbanizzazione e collegamento della zona di Tor di Valle, dove dovrebbe nascere lo stadio, ora sono a carico del Comune e non più dei privati. Sarebbe inutile replicare su quanto affermato dal sindaco sulla raccolta dei rifiuti. La sporcizia della Capitale è sotto gli occhi di tutto il mondo, Roma sembra uno zoo dalla quantità di animali che scorrazzano indisturbati per le vie della città. La raccolta differenziata in un anno è calata dal 43% al 42% ma i calcoli della giunta a Cinquestelle dicono che dovrebbe arrivare al 70% nel giro di 5 anni. Infine c’è il capitolo trasporti. La Raggi si è poi detta "orgogliosa" per aver rimesso in strada "45 filobus fermi da anni". Peccato che si sia dimenticata di dire che alcuni di questi, dopo sole poche ore, sono dovuti tornare ai box perché guasti e non si contano i bus che hanno preso fuoco soltanto negli ultimi mesi.

Una situazione fuori controllo cui la sindaca vuol porre rimedio costruendo tre funivie. Peccato che Roma non sia Cortina…

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