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Il siluro della Consob: "Ci siamo visti tre volte e si interessò di Etruria"

Il presidente Vegas sconfessa l'ex ministro: «Preoccupata per la tenuta del settore orafo»

Il siluro della Consob: "Ci siamo visti tre volte e si interessò di Etruria"

Il siluro è stato sganciato attorno alle 14 dal presidente uscente della Consob, Giuseppe Vegas: «L'allora ministro Maria Elena Boschi mi espresse un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c'era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l'oro», ha detto Vegas davanti alla Commissione di inchiesta sulle banche. Precisando che «io le risposi che Consob non era competente» sulle scelte di aggregazione delle banche. In quell'occasione, fu il ministro «che chiese di vedermi e venne a Milano». E non fu questo l'unico faccia a faccia fra i due. «Boschi mi disse in un'altra occasione che suo padre sarebbe diventato vicepresidente», racconta Vegas. Assicurando che nell'incontro nel capoluogo lombardo «non c'è stata pressione ma solo l'esposizione di un fatto». Fatto sta che i due si sono visti «due o tre volte». La prima «sicuramente lo ha chiesto lei, e forse una volta l'ho chiesto io. Una volta sono andato al ministero, quando venne a Milano ci siamo incontrati all'ora di pranzo in un ristorante, poi alla Consob». E «una volta venne a cena a casa mia ma c'era altra gente».

Contestualizziamo, intanto, l'appuntamento più importante, quello in cui la Boschi espresse preoccupazione per l'impatto di un eventuale matrimonio fra Etruria e Pop Vicenza sul distretto orafo aretino, che ricorda Vegas - avvenne «ad aprile 2014». Qualche mese prima, il 23 dicembre 2013, la banca della città toscana incarica tre advisor per farsi supportare nella ricerca di un partner. Nel gennaio 2014 gli advisor contattano 28 controparti. Tra tutte, però, solo due banche ufficializzano il loro interesse l'8 aprile 2014. Il 6 maggio l'Etruria comunica a Bankitalia che uno dei due gruppi ha reso noto di non essere più interessato e che pertanto la trattativa sarebbe andata avanti in esclusiva con l'altro, ovvero la Popolare di Vicenza. In una riunione tenutasi a Roma il 5 giugno di quello stesso anno tra gli esponenti di vertice di Etruria e la Vigilanza il presidente della banca aretina comunica gli aspetti in base ai quali l'offerta della Vicenza, basata su un'Opa per contanti e sulla trasformazione di Etruria in Spa, non risulta accettabile. Le trattative si interrompono definitivamente il primo agosto 2014 e l'Etruria affida la ricerca del partner a un nuovo advisor. La fine è nota: l'istituto aretino è sottoposto per decreto ad amministrazione straordinaria il 10 febbraio 2015 per gravi perdite patrimoniali e a marzo 2016 vengono irrogate da via Nazionale sanzioni per oltre due milioni a 27 esponenti aziendali. Tra cui il padre della Boschi, Pier Luigi.

Vedremo se dopo la bomba che ieri ha fatto tornare la Boschi in trincea, verrà lanciato anche l'atteso missile dall'ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che sarà ascoltato in commissione il 20 dicembre. L'audizione di Vegas, però, non scuote solo l'ex ministro. Il presidente della Consob, incalzato dal vicepresidente della commissione, Renato Brunetta, sui movimenti anomali dei titoli in Borsa nei giorni che hanno preceduto il via libera al decreto sulle banche popolari del 20 gennaio 2015, ha detto che tra il 15 e il 19 di quel mese «ci furono dei colloqui tra Carlo De Benedetti, il dottor Panetta di Bankitalia e con l'allora presidente del consiglio Matteo Renzi». La Consob fece un'indagine «e poi abbiamo archiviato la posizione» dell'ex premier e dell'Ingegnere. E la Procura di Roma?: «È stata archiviata la posizione di Renzi, mentre mi risulta che sia stata proposta l'archiviazione di De Benedetti anche se non è stata ancora convalidata dal Gip». Il 14 dicembre del 2015 il Giornale ha rivelato che la Procura di Roma aveva aperto un dossier su una plusvalenza di 600mila euro realizzato dalla Romed, cassaforte di De Benedetti, sulle quattro banche popolari aiutate dal governo.

La Procura ieri però ha smentito: nessun procedimento.

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