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Nina Moric: "Mi hanno tolto mio figlio, ma non ho tentato di suicidarmi"

La modella Nina Moric racconta il suo dramma legale e personale con la suocera che gli impedisce di vedere il figlio

Nina Moric: "Mi hanno tolto mio figlio, ma non ho tentato di suicidarmi"

Nina Moric non vede più suo figlio novembre 2015. Due anni fa finisce l’amore tra la showgirl croata e il noto paparazzo Fabrizio Corona che, poco dopo, inizierà i suoi guai giudiziari.

La vita di Nina Moric, però, cambia il 13 aprile 2015 quando viene divulgata la notizia del suo tentato suicidio. In realtà si era trattato di un atto autolesionistico avvenuto a seguito di una litigata con sua madre. Quel giorno il figlio Carlos, di 15 anni, era in casa e, allora, il giudice del Tribunale dei minori di Milano decise di affidarlo alla madre di Fabrizio Corona dato che quest’ultimo si trova in carcere. “La signora Moric ha fatto tutto ciò che le è stato richiesto dal Tribunale e dai servizi sociali per poter riprendere nuovamente i contatti con il figlio ma nulla è cambiato”, spiega il legale della showgirl croata che ha mostrato a Libero gli esami del sangue e del capello cui è stata sottoposta Nina. “Nessuna traccia di alcool né droga né psicofarmaci: i controlli periodici presso il Sert si sono rivelati tutti negativi”, ha detto. Nonostante questo tra Nino e sua suocera i rapporti sono inesistenti e lei non riesce nemmeno a parlare con suo figlio al telefono. Un fatto confermato anche da Corona al Tribunale quando diceva: “Carlos non ha libertà di parlare con me al telefono perché la nonna lo costringe a parlarmi in viva voce”. L'avvocato Marchignoli racconta che “Nina non può occuparsi di nulla, non può parlare con i professori, badare alle spese, si era offerta di aggiustargli il cellulare ma la nonna non l'ha permesso”.

La modella croata ha raccontato l’episodio al servizio sociale di Milano e, parlando della suocera, ha aggiunto: “lei ha detto nei miei confronti parole veramente infamanti, dicendo che io non sono una persona normale, che mi devo far curare. Ha anche detto che devo lasciare in pace mio figlio e che devo telefonargli il meno possibile”. Nina, poi, può vedere Carlos, a casa sua, soltanto una volta alla settimana per un'ora e mezza al massimo e solo in presenza di un educatore. Ma, se per qualsiasi motivo il figlio non può andare dalla madre in quel dato giorno e in quella precisa ora, Nina deve rinunciare a vederlo perché il servizio sociale non è in grado di recuperare l'appuntamento.“Signori, siamo in viaggio ma ci siamo persi la nostra Itaca, cioè ristabilire il rapporto Nina - Carlos. Negare ad una madre di vedere il proprio figlio significa provocare danni irreversibili in capo al minore”, afferma il legale della Moric. La scorsa estate, a causa di una vacanza "calcistica" di Carlos, Nina non lo ha né visto né sentito per mesi. Nina non può andare a vederlo al calcio né passare dopo la scuola e perciò è arrivata a pensare che sarebbe meglio se il figlio fosse trasferito in un istituto, in un luogo neutro, purché non stia con sua nonna.

Anche quando un figlio viene allontanato dalla madre per casi gravissimi (violenze, droga) esistono luoghi in Italia in cui viene tutelato comunque il rapporto madre e figlio. Sostiene infatti l'avvocato Marchignoli: “L' ipotesi dell'allontanamento si verifica, in ultima istanza, solo quando ci sia una gravissima violazione dei doveri parentali da parte di uno o di entrambi i genitori o tengano comunque una condotta pregiudizievole per il minore.

In altre parole sono casi estremi quelli che prevedono l'interruzione del legame madre- figlio”.

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