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L'Argentina riabbraccia Messi: "Benvenuto capitano"

Messi ci ha ripensato: non dirà addio all'Argentina ed è stato convocato dal ct Bauza per le sfide contro Uruguay e Venezuela valevoli per i Mondiali del 2018

L'Argentina riabbraccia Messi: "Benvenuto capitano"

Lionel Messi, a fine giugno, aveva annunciato l'addio alla nazionale argentina dopo aver perso per l'ennesima volta una finale con l'Albiceleste. Nel Mondiale del 2014 in Brasile, il fuoriclasse del Barcellona e i suoi compagni furono sconfitti in finale dalla Germania di Joachim Loew, mentre nel 2015 e nel 2016, l'Argentina è stata sconfitta in finale in Copa America dal Cile dell'ex commissario tecnico Jorge Sampaoli, oggi sulla panchina del Siviglia. La grande amarezza gli aveva fatto annunciare: "Avrei voluto portare un titolo in Argentina, me ne vado senza esserci riuscito. Mi fa male perdere, per me è finita, la decisione è presa".

A distanza di 65 giorni, era il 27 giugno, la Federcalcio argentina, dal suo profilo Facebook, ha salutato il ritorno di Messi in Nazionale: "Il capitano è già a Ezeiza. Benvenuto Leo!" La Pulce prenderà parte alle partite di qualificazione ai Mondiali del 2018 in Russia contro Uruguay e Venezuela. Il nuovo commissario tecnico, Edgardo Bauza, ha convinto il fuoriclasse del Barcellona a ritornare sui suoi passi, mentre un grande del passato come Diego Armando Maradona ha definito una messa in scena l'abbandono di Messi alla nazionale. Il 29enne si è presentato nel ritiro dell'Argentina ma non è in perfette condizioni fisiche dato che ha un piccolo fastidio all'adduttore sinistro. Nel frattempo il suo compagno di squadra al Barcellona e in Nazionale, Javier Mascherano si è detto felice per il ritorno del suo capitano: "Messi ha preso la decisione giusta. Non sapevo cosa avrebbe deciso ma sarebbe stato un peccato se avesse smesso di giocare per la maglia a cui tiene tanto per colpa di quello che dicono di lui. Se il tuo amico, il tuo capitano, il miglior giocatore del mondo ti dice che non verrà più, ti viene da pensare che e' finita, noi ci identifichiamo in lui come fanno anche i tifosi. Non è il momento di mollare, negli ultimi anni non siamo riusciti a centrare gli obiettivi ma bisogna rialzarsi e andare avanti a testa alta.

Ho perso molte volte ma non mi sento ne' un perdente, nè un fallito".

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