LItalia rispetto al resto dEuropa si rivela un mercato ancora poco evoluto, se confrontato con Paesi come il Regno Unito, la Francia, lOlanda e la Germania. Tuttavia le banche straniere, che offrono tassi più competitivi, non riescono a entrare nel tessuto italiano perché i costi di apertura e gestione delle filiali è troppo alto. Dovrebbero acquistare qualche piccola banca e da lì espandersi, ma loperazione non è semplice perché ci sono troppi vincoli imposti dal sistema bancario italiano.
Non di meno alcuni istituti specializzati in mutui come la francese UCB, la tedesca BHW, la statunitense GEMoney (la costola finanziaria della General Electric) sono riuscite a conquistarsi una piccola fetta di mercato italiano, di poco inferiore al 10%, lavorando tramite punti di consulenza sparsi sul territorio. «I loro prodotti sono semplici e competitivi - dice Roberto Anedda, vicepresidente di MutuiOnline -: è unofferta nata per consumatori da sempre abituati, a differenza dellItalia, a rivolgersi, non alla propria banca, ma a broker e banche specializzate. Qui siamo ancora troppo tradizionalisti e il mercato dorme se non è sollecitato da consumatori che vogliono trovare la strada per risparmiare. Sono ancora pochi gli utenti che si avvalgono di mezzi come Internet e gli operatori brokeraggio, magari virtuali come noi, per scegliere il mutuo più vantaggioso. Sono troppi invece quelli che preferiscono andare dalla propria banca perché sono pigri e non hanno né voglia né tempo di cercare il mutuo migliore. Daltra parte le banche in questo modo non sono neanche spinte a migliorare lofferta. Un altro mercato che andrebbe sviluppato è quello dellaccesso al mutuo per favorire la liquidità, mercato molto sviluppato in altri Paesi, primo tra tutti la Gran Bretagna.
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