Che cosa possono avere in comune un grosso volume con una rilegatura pregiata e un tablet con uno schermo da 10 pollici e connessioni Wi-Fi, Bluetooth e Umts? Per un avvocato, oggi, la risposta è che entrambi possono fornire il medesimo aiuto nell'attività propedeutica a una causa o alla prestazione di una consulenza legale. «Negli ultimi anni - racconta l'avvocato Katja Besseghini, partner dello Studio Legale Maschietto Maggiore di Milano - l'evoluzione tecnologica e digitale ha esercitato un forte impatto sull'uso della carta nella nostra professione, sia nella resa delle prestazioni professionali, sia nelle attività di studio, approfondimento e documentazione necessarie per preparare una causa. Nell'ultimo anno, poi, è sembrato che la carta fosse destinata quasi a sparire».
Ovviamente non è così, come conferma la stessa professionista. «Continuano a esserci prestazioni e attività di analisi che non possono non richiedere la presenza in studio di documenti e volumi cartacei. Nell'affrontare casi che richiedono esami particolarmente corposi e complessi, non riesco a prescindere da carta e penna. Anche se, però, va detto che oggi pure con file pdf è possibile, oltre che consultare, anche evidenziare, contrassegnare e inserire segnalibri. Ma se negli esami documentali continuo a ritenere la fruizione della carta fondamentale, nelle attività di studio e approfondimento mi capita con maggiore frequenza di utilizzare strumenti tecnologici e documenti digitali».
La smaterizzazione nell'ambito della professione forense è un fenomeno che lambisce una quantità sempre maggiore di aspetti. «La riduzione nell'uso della carta - continua l'avvocato - parte dagli stessi clienti, che sempre più spesso preferiscono trasmettere e ricevere documenti e pareri via email o tramite un sistema Ftp (File transfer protocol). Nell'attività giudiziale, in particolare per quanto riguarda il cosiddetto processo telematico, qualche passo avanti in più è stato fatto negli ultimi anni, soprattutto in alcuni distretti. Gli ufficiali giudiziari si muovono molto meno oggi». Ma la possibilità di sostituire in un crescente numero di situazioni l'utilizzo di informazioni e contenuti su carta con equivalenti digitali, si sta rivelando una realtà preziosa che per gli avvocati, così come per molte altre categorie professionali, viene incontro a nuove esigenze: in particolare, la mobilità e l'opportunità di accedere dovunque, e a costi ragionevoli, a banche dati, biblioteche virtuali, archivi di riviste specializzate, news in tempo reale e così via.
«Anche se la possibilità di comunicare in ogni momento e in modo efficace con gli strumenti tecnologici oggi permette di limitare gli incontri di persona a occasioni veramente importanti e molto focalizzate - continua l'avvocato Besseghini - i clienti stessi oggi danno per acquisita una maggiore capacità dei professionisti di svolgere buona parte del loro lavoro anche fuori dal loro ufficio». Con uno smartphone, un tablet e un pc portatile nella borsa, oggi un avvocato può, in pratica, disporre di un ufficio virtuale in ogni momento della giornata e dovunque si trovi. Non solo per comunicare con clienti, collaboratori e colleghi, ma anche per accedere, in base al bisogno contingente, ai contenuti che si trovano nella biblioteca dello studio e ad altri ancora a cui gli editori specializzati offrono l'accesso tramite Internet per l'approfondimento di tematiche molto specifiche o l'aggiornamento sulle ultime novità.
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