Da ieri, le regionali sono qualcosaltro, sono qualcosa di più della semplice scelta del governatore della Liguria. Scelta importantissima, per carità. Il futuro della nostra regione non è certo derubricabile a robetta di secondo piano.
Eppure, da ieri, comunque la si pensi sulle decisioni della Consulta, le regionali diventano anche una sorta di megareferendum sul governo, di elezioni politiche con il lifting da amministrative. Raddoppiando la loro importanza, anzi triplicandola, visto che fra le poste in palio cè la presidenza della conferenza Stato-Regioni, attualmente guidata dal governatore dellEmilia-Romagna Vasco Errani - insediato dopo la grande vittoria del centrosinistra alle regionali del 2005 - che è una specie di contropotere nei confronti del governo.
Insomma, se prima cerano mille motivi per tifare Biasotti presidente della Liguria, adesso ce ne sono milleeuno.
Il punto è che non abbiamo mai nascosto che la partita è difficilissima e che Burlando è il peggiore degli antagonisti possibili. Insomma, chi pensa che si tratti di una passeggiata di salute credo che sia fuori strada. La partita è apertissima, Sandro Biasotti è un candidato piùchecompetitivo, ma occorre azzeccarle tutte e fare una campagna elettorale perfetta.
Il modello - lo dico per Sandro che è un tifoso blucerchiato - è la partita della Sampdoria contro lInter. Vinta dal migliore e con pieno merito, ma contro i favori del pronostico.
Per ottenere lo stesso risultato occorre muoversi (...)
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