Ai grandissimi, a Josefa e a Baldini

Tutti primi al traguardo del nostro cuore, sia quelli che hanno vinto medaglie che gli altri, quelli che si sono battuti dando il massimo che avevano. Una squadra olimpica si giudica così, come del resto un progetto sportivo ed è questo che dovrebbe preoccupare il Coni: sapere se tutti hanno veramente dato il massimo, sapere se tutti hanno lavorato per mettere in condizione la gente di fare il meglio, se ogni federazione ha pensato anche a seminare oltre che a raccogliere.
Comunque niente può essere paragonato agli ori di Federica PELLEGRINI nei 200 stile di nuoto, con record mondiale, di Alex SCHWAZER nei 50 km di marcia, al pugno di Roberto CAMMARELLE che ha atterrato l'avversario cinese in finale, in una boxe che con 6 pugili ha portato 3 medaglie, tutta gente da sport universali; nulla sarà mai uguale alla terza vittoria olimpica di Valentina VEZZALI, così come niente sarà dimenticato del viaggio verso l'argento di Josefa IDEM nella canoa, per come ha vissuto quel finale dove l'oro è svanito per un centimetro, per quello che ha detto sulla sua vita di atleta e di donna, per quello che rappresenta nel viaggio in questa sua nuova Europa.


Onore a tutti e corona d'alloro, proprio quella che portava ad Atene dopo la vittoria, per Stefano BALDINI che esce dalla storia atletica della maratona imboccando la porta grande, lasciandoci soli con la piccola atletica che dovrebbe essere rifondata dalla base, altro che progetto presidenziale pensando ad Andrew Howe.

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